DIRITTO NATURALE ED ETICA SOCIALE NEL
PENSIERO DI JOHANNES MESSNER (1891 - 1984)


BIOGRAFIA JOHANNES MESSNER: VITA - OPERE - LIBRI

INDICE GENERALE IN INTERNET - INDICE DETTAGLIATO DELLA TESI

L'intera tesi come documento html - L'intera tesi come documento pdf - Gli altri contributi
La pagina internazionale - La pagina italiana - E-Mail
(Padre Alex)


I LA VITA E LE OPERE DI JOHANNES MESSNER (1891 - 1984)

I.1 Il suo sviluppo e i suoi studi fino al 1925

Johannes Messner nacque il 16 febbraio 1891 a Schwaz nel Tirolo (Austria) primo di tre figli.1 Il reddito del padre minatore non era sufficiente al sostentamento familiare e perciò anche sua madre fu costretta a lavorare presso una manifattura di tabacchi. Nel suo famoso libro Die soziale Frage ("La questione sociale") Messner stesso ha ricordat queste condizioni di vita che erano caratterizzate dalle fatiche, ma anche dalla gioia propria di una famiglia di lavoratori di quel tempo.2 Dopo aver frequentato la scuola elementare a Schwaz, i genitori lo mandarono al liceo "Vinzentinum"3 a Bressanone (= Brixen) perché egli voleva diventare prete. La situazione reale della sua famiglia aveva suscitato nel giovane Messner un interesse vivo per le questioni sociali, tanto che egli si procurò un libro, del gesuita Joseph Biederlack, sulla questione sociale.4

Dopo la maturità Messner cominciò i suoi studi accademici alla facoltà teologica di Bressanone (1910 - 1914), dove il professore di teologia morale, Sigismund Waitz, più tardi vescovo di Feldkirch (per il territorio di Vorarlberg e del Tirolo) e poi arcivescovo di Salisburgo, ebbe un influsso importante per lo stesso: "Egli ampliò le visioni su quanto in futuro si sarebbe deciso pro o contro il cristianesimo nell'ambito dell'ordine sociale. Ciò che di questo pensiero mi ha profondamente stimolato per un lavoro nell'ambito delle scienze sociali era: perché non sarebbe potuto essere possibile, nello sforzo per il progresso economico e sociale nonché per il benessere crescente dei lavoratori, creare in concordia e intesa i presupposti per rendere possibile alla maggioranza delle famiglie quella benedizione di una vita immensamente felice come era la nostra? Inoltre era determinante un certo malessere in capo a qualche corrente influente, che secondo me si fidava troppo di un pathos sociale d'accusa e di un idealismo sociale esigente."5 Msgr. Waitz suggerì a Messner l'opera Die soziale Frage ("La questione sociale") di Franz Martin Schindler6, professore di teologia morale a Vienna fino al 1918, che aveva riservato nella sua dottrina un posto importante al corporativismo.

Dopo l'ordinazione sacerdotale e sei anni di cura animarum nel Tirolo7, Messner fu consigliato, nel 1920 dal prelato e politico Aemilian Schöpfer, presidente della casa editrice Tyrolia, di studiare, a Monaco (= München) per quattro anni, economia politica e sociologia. Già nel 1918, col permesso del suo vescovo, aveva potuto cominciare i suoi studi in giurisprudenza a Innsbruck. Il 10 luglio 1922 conseguì il dottorato utriusque iuris e il 20 maggio 1924 il dottorato oeconomiae publicae. Nella sua tesi di laurea Wilhelm Hohoffs Marxismus - Studien zur Erkenntnislehre der nationalökonomischen Theorie ("Il marxismo di Wilhelm Hohoff - studi per la dottrina della conoscenza della teoria dell'economia politica", Monaco)8 si occupò criticamente dell'idea di un socialismo cristiano. Gli anni trascorsi a Monaco influenzarono lo sviluppo ulteriore di Messner, i professori rimasero importanti per tutto l'arco della sua vita. Adolf Weber e Otto von Zwiedineck-Südenhorst gli mostrarono la portata dei fatti economici e lo introdussero alle connessioni dell'economia politica. Max Weber risvegliò il suo interesse sociologico. Anche Jakob Strieder e il filosofo Max Scheler ebbero su di lui un certo influsso.

Messner svolse anche una piccola attività artistica. Scrisse il testo di un'opera a soggetto biblico (Hadassa, il dramma di Ester); suo fratello Joseph Messner, a lungo direttore d'orchestra nella cattedrale di Salisburgo, compose la musica di quest'opera.9



I.2 Il suo influsso in Austria e le prime opere principali (1925 - 1938)

I.2.1 Fino all'assunzione del potere da Engelbert Dollfuß
(1925 - 1933)

In un tempo economicamente ed ideologicamente sempre più difficile Msgr. Waitz richiamò Messner, il suo studente di allora, da Monaco a Feldkirch (Vorarlberg). A causa della sua ampia formazione nelle scienze sociali, Msgr. Waitz lo pregò di aiutarlo ad elaborare con lui una prima stesura di una lettera pastorale sulla soluzione dei problemi sociali impellenti. Un vescovo austriaco rilevò che il testo elaborato sconfinava troppo nell'ambito sociale e così i vescovi scelsero una versione più moderata.10 Per Messner questi Lehren und Weisungen der österreichischen Bischöfe über soziale Fragen der Gegenwart, vom 1. Adventsonntag 1925 ("Insegnamenti e direttive dei vescovi austriaci su questioni sociali del presente, della prima domenica d'Avvento 1925") introdussero un nuovo periodo della riforma sociale cristiana in Austria.11 La lettera pastorale aveva parlato così chiaramente delle conseguenze negative del capitalismo di allora che portò alla cosiddetta "Dichiarazione di Colonia" (Kölner Erklärung) dell'episcopato renano con le relative obiezioni.12 Però, la manifestazione dell'episcopato austriaco nel gennaio del 1930 confermò definitivamente l'interpretazione moderata della lettera pastorale del 1925: anche se il "mammonismo" dominante venne condannato duramente, non vennero condannati né proprietà privata dei mezzi di produzione né l'ordine sociale presente (come ordine in sé cattivo).13 Con questo contenuto la vicinanza dei vescovi al realismo sociale di Messner è già documentata (oppure al cosiddetto "solidarismo cristiano"), anche perché nella stessa manifestazione dei vescovi si giudicò il congresso cattolico-sociale del 1929 in concordanza con la dottrina della Chiesa. Messner stesso aveva tenuto una relazione sull'azione cattolica e aveva scritto chiaramente: "Il concetto di realtà della riforma sociale cristiana esclude sia una comprensione idealistica sia una comprensione romantica della realtà"14.

Così abbiamo visto che Messner si muove nelle correnti realistiche del cattolicesimo sociale dell'Austria e della Germania. Si trattava della posizione del realismo sociale che dentro la società esistente, partendo però anche dalla causa fondamentale, vuole risolvere la questione sociale attraverso le riforme. Questo realismo è accompagnato da competenza sociale e argomentazione scientifica.15 Considerando l'Austria, possiamo ritenere che questa posizione sia anche quella dell'azione cattolica, che seguendo i princípi dell'episcopato e partendo dai princípi fondamentali del solidarismo cristiano, vuole chiarire il fondamento della questione sociale e raggiungere un'unità nell'essenziale di fronte a correnti differenti.16 Accanto ai gesuiti tedeschi, Gustav Gundlach e Oswald v. Nell-Breuning, Messner è il principale rappresentante di questo realismo in Austria, che però non collima con ogni dettaglio scientifico del solidarismo come sistema sociale.17 Possiamo classificare come appartenenti alla corrente realistica in Austria sia il prelato e cancelliere federale Msgr. Ignaz Seipel, sia Josef Dobretsberger, Richard e Hans Schmitz, Msgr. Sigismund Waitz, Franz Zehentbauer e Ferdinand v. Westphalen.18 In senso organizzato venne rappresentato il realismo sociale anche dal Volksbund der Katholiken Österreichs.

Dal 1925 al 1933 Messner fu redattore capo oppure coeditore del settimanale di cultura, politica ed economia politica Das Neue Reich ("Il nuovo regno").19 Questo settimanale offriva a Messner una piattaforma ideale per presentare le sue idee al grande pubblico e per ottenere contatti con personaggi importanti dell'economia e della politica. Già nel 1926 Messner, commentando un libro di Theodor Brauer, indicò come fondamento della riforma sociale l'analisi spregiudicata all'ambiente concreto e al periodo nel suo complesso. Una critica necessaria dell'ordine economico non deve condurre al rifiuto totale dell'ordine esistente come sembrano intendere certi critici con ideali sia medievali, sia proiettati al futuro, spesso provocando cecità di fronte ai compiti contingenti e più importanti. Così come Brauer, Messner ritiene che la via della riforma sociale cristiana debba partire dal contratto collettivo di lavoro per raggiungere la comunità del lavoro. La famiglia, la professione e il popolo dovrebbero essere le tre grandi comunità, essenziali per la pace sociale.20

Dopo la morte del fondatore del solidarismo economico, Heinrich Pesch, Messner sottolinea come non ci sia un "sistema economico cattolico", e come sarebbe decisiva l'applicazione moderna dei princípi della legge morale cristiana anche di fronte all'economia attuale.21

Nonostante la sua posizione nell'ambito del settimanale Neues Reich, Messner riuscì, nel 1927, a sostenere l'abilitazione alla libera docenza presso la facoltà teologica dell'Università di Salisburgo con una relazione (già tenuta a Coblenza in Germania), adesso completamente elaborata, che porta il titolo Sozialökonomie und Sozialethik ("Economia sociale ed etica sociale"). Con questo lavoro egli vuole dimostrare quanto il teorico economico possa offrire all'etica dell'economia; il suo lavoro fu la conferma di una posizione originale e autonoma nell'ambito del realismo sociale in Germania e in Austria. In questa relazione possiamo riscontrare il motivo per cui Messner non fonda la sua esposizione primariamente nella solidarietà, bensì nell'idea della comunità. L'idea della comunità è un'idea originaria dell'etica sociale, mentre la solidarietà si configura come un più concreto principio dedotto. Quell'idea esprime meglio l'orientamento necessario verso il bene comune; l'idea di solidarietà, vista soprattutto come riequilibrio tra interessi (Interessenausgleich) potrebbe esprimere un certo utilitarismo. Infine, l'idea di comunità sottolinea maggiormente la dimensione dell'etica sociale nell'economia. Messner è convinto che il compito principale dell'etica sociale sia quella di dimostrare un collegamento reale di tutte le parti sociali nell'economia (nelle sue singole forme) come compito etico: come una comunità naturale possa diventare una comunità etica. Con la sua abilitazione divenne più chiaro lo sforzo scientifico di Messner per un corporativismo realistico, con un concetto attuale di Stand (corporazione) che avrebbe dovuto assumere naturalmente una funzione di ordine tra individuo e stato, soprattutto nella concorrenza economica, ma che avrebbe dovuto servire anche ad una nuova etica della professione.22

Il fatto che il libero docente Messner fosse invitato a stilare tredici voci (tra queste: "Questione sociale", "Politica sociale", "Riforma sociale", "Liberalismo", "Marxismo") nella quinta edizione (1931) del famoso Staatslexikon ("Dizionario politico") della Görres-Gesellschaft23 dimostra la stima di cui godeva Messner anche oltre i confini del cattolicesimo sociale austriaco.

I.2.2 Messner sotto il cancellierato del cattolico Dollfuß
e nel periodo dello stato autoritario

I.2.2.1 La sua opera "La questione sociale" e
il suo entusiasmo per il politico sociale Dollfuß

Alla fine del 1933, Messner divenne veramente noto grazie alla sua prima famosa opera Die soziale Frage ("La questione sociale"), stampata già in quarta edizione nel 1934.24 Questo libro ebbe anche un certo influsso sul cancelliere federale Engelbert Dollfuß che voleva trasformare lo stato e la società secondo lo spirito dell'enciclica QA (1931)25, però nella linea di interpretazione di Msgr. Seipel. Questi aveva sempre sostenuto che uno stato forte, con autorità, che poteva occuparsi dei compiti propri ed essenziali di se stesso fosse la conseguenza vantaggiosa di una società ordinata corporativamente (cf. QA, n. 8026).

Accanto al sostegno del principio di corporazione (affine al principio di sussidiarietà) Messner si impegna a favore del principio di parità tra lavoratori e imprenditori, anche politicamente, come fece per esempio direttamente nel maggio 1933 presso un circolo di filosofi cattolici per la riforma della costituzione. Ebbe una controversia con un discepolo della scuola universalistica di Othmar Spann, che voleva sottolineare il principio di gerarchia per l'ordine corporativo nella nuova costituzione (prendendo come esempio la Chiesa quale "più grande organizzazione corporativa esistente") invece del principio di parità che venne criticato come principio "non-corporativo" dal punto di vista universalistico.27 Il 30 aprile 1934, un giorno prima dell'annuncio della nuova costituzione austriaca, Messner rappresentò il cancelliere Dollfuß presso il convegno cattolico-sociale. Il titolo della sua relazione per interpretare i pensieri del cancelliere fu: Der Staatswille des katholischen Österreich ("La volontà statale dell'Austria cattolica").28 E siccome manca di fatto la parola Ständestaat ("stato corporativo") nella costituzione del 1° maggio 1934, "mancanza" che venne criticata dalla scuola universalistica, si assume che l'influsso della scuola realistica di Messner fu certamente preponderante nell'ambito della nuova costituzione. Messner fu uno dei consiglieri di entrambi i cancellieri, precedenti al Terzo Reich, per la costruzione corporativa dell'Austria.

Dopo l'assassinio di Dollfuß, Messner scrisse un libro, a carattere popolare29, sul cancelliere cattolico in cui rilevò le sue vere speranze, collegate all'esperimento della costruzione di un nuovo stato cattolico-sociale, con una società ordinata corporativamente (= "veramente democraticamente"), in Austria. Il cancelliere venne descritto come duce reale e cattolico contrapponendolo implicitamente alla figura di Adolf Hitler che non avrebbe avuto qualità né morali né caratteriali per diventare il capo di una grande nazione. L'elogio di Dollfuß partì dalla cosiddetta Selbstausschaltung ("auto-eliminazione") del parlamento e del parlamentarismo dei partiti fino ad arrivare alla nuova costituzione dell'Austria. In questo non troviamo nessuna critica alla mancanza di democrazia nell'accezione odierna. Certo, Messner fu cosciente della problematica di collegare la via austriaca direttamente con l'enciclica QA. Secondo lui, l'enciclica aveva indicato il fondamento per un ordine corporativo della società (e non direttamente dello stato). Però, l'interpretazione dell'enciclica un po' unilaterale di Seipel, ebbe un peso così forte nel cattolicesimo politico austriaco degli anni '30, che neanche Messner rilevò un contrasto diretto tra l'enciclica e il programma concreto dei governi Dollfuß e Schuschnigg. Dallo stesso libro su Dollfuß si potrebbe dedurre che anche Messner volesse sostituire i partiti politici (= comunità intermedie "artificiali" per qualche necessità) con le corporazioni di professione (= comunità preindicate dalla legge naturale). Soltanto con la sua grande opera sull'ordine corporativo del 1936 sembra venga chiarito che nella sua teoria i partiti sarebbero potuti esistere anche accanto alla cosiddetta "democrazia di corporazioni" (Ständedemokratie), concetto, quest'ultimo, che enuncia autenticamente l'impostazione di Messner, perché in esso è più chiara la differenza tra ambito statale e ambito sociale secondo QA.30 Comunque, sembra rafforzata anche da parte di Messner l'interpretazione della QA, n. 8031, nel senso di un consiglio diretto di un ordine statale sulla base del principio autoritario, inteso in senso vasto.32

Ad una conferenza internazionale a Vienna nel 1935, che trattò dell'ordine corporativo nell'ambito della settimana sociale, Messner si vide obbligato a difendere l'esperimento austriaco contro critiche straniere (l'Austria sarebbe stata una dittatura corporativa moderata). Messner faceva riferimento al cancelliere assassinato, che avrebbe sempre usato parole contro il fascismo. Difese inoltre il sindacato unico in Austria, che nonostante il suo status, avrebbe comunque fatto sì che si raggiungesse il fine giuridico (Rechtszweck) della rappresentanza dei lavoratori, e questo sarebbe stato decisivo dal punto di vista del diritto naturale.33 Messner si trovò così ideologicamente integrato nello stato austriaco di allora, ma si oppose sempre contro una cancellazione totale (in senso universalistico o fascista) del principio democratico. Messner rappresentò così la linea di uno stato autoritario (grazie al corporativismo della QA) includendovi elementi sociali di sviluppo democratico e di diritto alla co-determinazione del popolo, escludendo così di fatto lo stato totalitario. Per lui, però, questo diritto generale alla co-determinazione come "democrazia nel suo senso sopratemporale"34 non fu determinato dal punto di vista organizzativo. Ancora dopo la seconda guerra mondiale, Messner voleva che la democrazia puramente formale venisse completata dalla democrazia sociale.35

I.2.2.2 Il corporativismo democratico di Messner -
le "comunità di professione"

Nel 1936 Messner pubblicò la sua seconda opera importante prima della seconda guerra mondiale Die berufständische Ordnung ("L'ordine corporativo"), in cui venne descritto profondamente (in sei grandi capitoli) l'ordine corporativo soprattutto di fronte all'ordine statale, economico e sociale.36 Egli non vuole tuttavia presentare un piano di costruzione fisso e compiuto, ma soltanto ricavare leggi efficaci per il terreno completamente nuovo della scienza sociale e della riforma sociale. A Messner mancò, purtroppo, un esempio pratico di un ordine corporativo vero e reale.

Il nostro autore all'inizio sottolinea: "Lo stato è la comunità del suo stesso popolo indirizzata alla realizzazione dei fini comuni; la società è l'insieme delle comunità, rivolte alla realizzazione dei fini propri, preposte a questo dalle in sé presenti unità di vita intra- ed extra-statali."37 I rapporti di dipendenza sono inconciliabili per Messner con il pensiero corporativo; la corporazione deve fondarsi sull'attribuzione di prestazioni sociali (gesellschaftlichen Leistungen) e non concentrarsi sulla predominanza di un ceto, che abbia privilegi in virtù di incarichi politici. La comunità professionale di prestazione (berufliche Leistungsgemeinschaft) ha una responsabilità tanto di fronte alla società quanto di fronte ai suoi membri. Per Messner questa comunità sarebbe una "corporazione di diritto pubblico" nella quale l'ordine vincolante e la forza di ordine per tutti i membri, risiedono nel diritto proprio della stessa persona federativa (Verbandsperson). "Nella società corporativa, la disputa di interessi opposti rimane sempre una questione dell'essere efficiente dell'ordine esistente che si deve dimostrare nell'accordo pacifico di questi contrasti."38 L'ordine corporativo non sarebbe quindi soltanto un sistema di legami; le comunità elementari di prestazione sarebbero anche i migliori difensori dei loro propri diritti di libertà e di quelli della singola persona. Evitando gli influssi negativi della concorrenza sregolata, della lotta di classe e della lotta politica dei partiti, la società corporativa sarebbe relativamente più costante e consolidata della società individualistica dell'ottocento, senza per questo eliminare le forze moventi della libertà creatrice.

Messner si mostra critico verso l'universalismo di Spann, per esempio nella possibilità della sussistenza dell'ordine corporativo insieme alla democrazia. La democrazia non potrebbe essere né respinta nel nome dell'ordine corporativo, né sostituita facilmente dall'auto-amministrazione corporativa. La democrazia non è, semplicemente e soltanto, l'auto-amministrazione corporativa. Però, egli ritiene la questione stessa di secondaria importanza - non è importante se la partecipazione del popolo di stato (di tutti i membri dello stato) all'organizzazione e all'amministrazione della collettività (Gemeinwesen) si realizzi attraverso organismi di rappresentanza eletti direttamente, oppure (soltanto) attraverso organismi corporativi di rappresentanza. Con questo concetto di democrazia Messner veniva a trovarsi sempre contro tutte le tendenze totalitarie nel cosiddetto "stato corporativo" austriaco. Ha cercato di dare un suo significato alla parola "stato corporativo", spesso usata nella politica, essendo conciliabile soltanto in tal modo con la sua idea di ordine sociale. Nonostante questa interpretazione, non ha mai usato il termine stesso senza riserve e ha sempre indicato due forme sbagliate dello "stato corporativo", cioè identificazione totale di stato e società oppure il corporativismo puro senza vedere lo stato nella sua realtà propria.

Per Messner, l'ordine corporativo come tale non significa né direttamente l'ordine statale né direttamente l'ordine economico, ma significa sempre l'ordine della società con chiare ripercussioni sia per l'ordine statale sia per l'ordine economico. "L'ordine corporativo non include nessun sistema economico, ... perché può dare il giusto ordine a differenti forme di economia."39 Così, una cosiddetta "via terza" in senso proprio non è mai stata presentata da Messner, neanche una semplice mescolanza oppure una semplice imitazione di certe forme storiche. Per lui è di primaria importanza che l'economia sia condotta al suo ordine naturale, poiché "grazie" all'economia sono più efficaci le forze distruttive dell'individualismo nel intero corpo della società. C'era il compito di dare l'ordine retto alla forma capitalista di economia (cf. QA, n. 101). Lo stato ha un primato di fronte all'economia, però sempre e soltanto secondo la norma oggettiva del bene comune. Responsabilità e controllo sono, per Messner, i poli decisivi per l'ordine della concorrenza. L'ordine corporativo deve allo stesso tempo provvedere a mantenere la concorrenza e a obbligare la concorrenza al vincolo normativo del bene comune.

Per Messner, società classista e lotta di classe comportano che i contrasti economici di interesse non siano più sottoposti alle forze dell'ordine di comunità (giustizia sociale) e al collegamento di comunità (amore sociale). Innanzitutto dovrebbe essere data la funzione di ordine di nuovo al diritto, "i contrasti di interesse così devono essere obbligati all'accordo sotto il pensiero del diritto. Inoltre, deve diventare efficiente di nuovo il collegamento sociale della comunità nella vita lavorativa, gli interessi opposti devono essere tenuti alla subordinazione sotto il bene comune corporativo e statale."40 Questo sarebbe il compito dell'ordine corporativo nell'ambito economico-sociale. Si dovrebbe raggiungere l'integrazione sociale e la sproletarizzazione dei lavoratori attraverso l'assicurazione economica dell'esistenza (per esempio il guadagno secondario in propri centri residenziali Nebenerwerbssiedlungen) e sulla via della parità giuridica (per esempio attraverso commissioni paritarie e la comunità tariffaria). Le commissioni corporative per Messner dovrebbero essere organi delle corporazioni, non le corporazioni stesse. Le organizzazioni sociali di auto-aiuto o iniziativa personale (come i sindacati) conserverebbero un significato anche in un ordine corporativo pienamente sviluppato (= "stato finale"), però sotto cambiamento della loro posizione giuridica e della loro sfera di competenza. "Comunque, principalmente è certo che la posizione nel diritto pubblico (giuridicamente pubblica) spetta soltanto alle organizzazioni corporative."41 Per un cosiddetto periodo transitorio Messner si mostra flessibile.

Messner vede le imprese come cellule di questa costruzione corporativa, concernente soprattutto l'esperienza più diretta del collegamento sociale, ma sottolinea allo stesso tempo che la funzione di ordine dovrebbe risiedere nella rispettiva comunità di professione intera. Ciò sarebbe un'esigenza del senso stesso dell'ordine corporativo, come divisione strutturativa (Gliederung) secondo comunità sociali di prestazione (nach gesellschaftlichen Leistungsgemeinschaften). Lo spostamento, della funzione di ordine verso l'impresa stessa, sarebbe collegato con il pericolo di differenze probabilmente più grandi nel singolo settore economico e con il pericolo di forti contrastanti economici e sociali, naturalmente sempre nuovi nella singola impresa. Grazie alla corporazione e alla sua funzione di ordine, il pensiero di comunità può entrare nell'impresa.

Infine, l'ordine sociale corporativo sarebbe anche il fondo di quel vero conservativismo che si vede obbligato ai valori culturali genuini e agli ordini naturali per la vita del popolo, dello stato e della società. "La strutturazione corporativa del popolo deve rendere efficaci, nell'intero corpo del popolo, le forze, formando comunità e partendo dal collegamento nella prestazione professionale (von der beruflichen Leistungsverbundenheit) in cui il popolo adempie i suoi compiti di vita e di cultura."42 Fino al 1938 Messner si occupa scientificamente di un ordine corporativo di professione nella società, non soltanto con conseguenze nell'economia.43 Non vuole mai proporre una cosiddetta "terza via", lontana dalla realtà sociale, ma vuole indicare anche nelle sue opere prima della guerra mondiale le possibilità reali di applicare i princípi di ordine sempre validi.44

I.2.2.3 Fino all'ingresso di Adolf Hitler

Su desiderio del successore di Dollfuß, del cancelliere Kurt von Schuschnigg, Messner pubblicò la Monatsschrift für Kultur und Politik ("Mensile di cultura e politica") dal 1936 fino al 1938. Già nel 1935 diventò professore straordinario per l'etica e le scienze sociali a Vienna. E nel 1938 pubblicò anche un'altra edizione (la quinta), riesaminata e ampliata, della sua Soziale Frage, che naturalmente si riferì più volte all'opera sull'ordine corporativo del 1936. Messner pensa sempre più realisticamente che il principio di costruzione corporativa (di professione) non si realizzi sempre con la stessa chiarezza nella società. Nella nuova costituzione dell'Austria Messner vide realizzato pienamente (almeno teoricamente) i veri princípi della democrazia.45 Egli spera che, dopo qualche anno, il nuovo stato meriti veramente il nome "democrazia corporativa" (Ständedemokratie).

I vescovi austriaci tennero conto della linea scientificamente fondata di Messner nel loro magistero sociale, non soltanto in concomitanza della lettera pastorale del 1925, ma fino al 1938. Nel 1938 Messner fu pregato di progettare un testo per i vescovi austriaci in cui venisse condannato l'ingresso di Hitler in Austria. Però, i vescovi non usarono il testo presentato.46 Nel luglio 1938 Messner dovette rifugiarsi in Svizzera47 per sfuggire all'arresto da parte dei nazionalsocialisti e in seguito, nel corso del medesimo anno trovò poi asilo in Inghilterra.



I.3 Il suo soggiorno in Inghilterra, le sue principali opere dopo
la guerra e la sua vita per la scienza (1938 - 1984)

Nell'Oratorio di Birmingham - famoso a causa del cardinale Newman - ebbe il tempo di elaborare per 10 anni (sin dal 1939) il suo libro più conosciuto Das Naturrecht ("Il diritto naturale") che venne pubblicato primo in lingua inglese (traduzione) e nel 1950 in lingua tedesca.48 In Inghilterra Messner conobbe soprattutto i metodi della ricerca empirica. Nella prefazione del luglio 1949 (Birmingham) alla sua prima edizione dell'opera Naturrecht, Messner stesso dà una spiegazione interessante: "Forse posso aggiungere per i lettori della mia 'Soziale Frage' (ultima edizione 1938, esaurita) che gli studi e i lavori portati avanti per questo ultimo libro, non hanno contraddetto le posizioni fondamentali raggiunte nella 'Soziale Frage' che continuano ad esser valide. Però, credo di poter affermare che sia uscito essenzialmente da quel lavoro di allora nella fondazione sicura di queste posizioni e nelle soluzioni pratiche, partendo dal tentativo in parte di una nuova fondazione del diritto naturale fino al tentativo di una esposizione delle linee fondamentali per un sistema economico che trascenda ugualmente sia il capitalismo sia il socialismo."49 Messner in Inghilterra scopre che la solita fondazione metafisica dell'etica e della filosofia del diritto è estranea al modo di pensare anglosassone, che si riferisce più direttamente all'esperienza. Per questo Messner cerca una fondazione più vicina all'esperienza. Messner vuole lasciar parlare l'esperienza stessa nella fondazione della natura dell'uomo. Di questo parlerò appresso.50

Sin dall'anno 1949 Messner opera di nuovo come professore straordinario per l'etica sociale all'Università di Vienna (6 luglio 1956: professore ordinario; fino al 1962), però su desiderio proprio sempre solo per un semestre in quanto resta fedele, per anni, al lavoro silenzioso nell'Oratorio di Birmingham51, cui dobbiamo la ricchezza della sua produzione scientifica. Negli anni dal 1947 al 1949 avrebbe potuto accettare anche una cattedra universitaria a Münster52, l'unica cattedra di dottrina sociale cristiana nella Germania di allora, fondata già nel 1893 con Franz Hitze. Dopo la morte di Heinrich Weber la facoltà teologica cerca di convincere Johannes Messner a sostituirlo, andato a vuoto il tentativo di procurarsi il famoso Joseph Höffner, in quanto privo del permesso del suo vescovo di lasciare Trier fino al 1951. Messner declinò l'offerta per svariati motivi: innanzitutto doveva terminare la sua opera più importante Das Naturrecht ossia Social Ethics, inoltre si sarebbe sottoposto a un sovraccarico di lavoro a Birmingham e avrebbe acquistato la cittadinanza inglese nel frattempo. In seguito venne l'accordo con l'Università di Vienna, ma nonostante tutto nel 1949 Messner era pronto a lasciare Inghilterra per un certo periodo, vista l'importanza della cattedra per tutto il cattolicesimo sociale del dopoguerra. Si augorò comunque sino all'ultimo che la prendesse Höffner.

Nonostante la sua capacità di presentare le cose oralmente in modo convincente, egli confide maggiormente nella parola scritta, soprattutto attraverso libri sistematici, per l'efficacia dei suoi pensieri scientifici. Fino al 1980 (quattro anni prima di morire) abbiamo di lui 27 libri ed opuscoli nonché più di 400 saggi su questioni particolari oppure su nuovi libri (recensioni). Tutto questo fu possibile soltanto grazie al suo rigoroso stile di vita avendo sempre uno stretto ordine di giorno.

Nelle Widersprüche in der menschlichen Existenz ("Contraddizioni nell'esistenza umana")53 Messner analizza la discordia dell'uomo moderno indicando, allo stesso tempo, le possibili fonti di un rinnovamento morale. Nel 1954, nella sua Kulturethik ("Etica della cultura"), viene annunciata una terza edizione del suo libro scientifico sull'ordine corporativo (prima e seconda edizione: 1936, ²1937), che però sembra non essere stata realizzata, anche perché avrebbe considerato una tematica, in un certo senso, sempre meno attuale.54 Nel 1955 Messner presentò il compendio dell'intera etica, la sua Ethik.55 Dovette lavorare molto per le nuove edizioni del suo Naturrecht (1966: già la sesta edizione con più di 1300 pagine) e della sua Soziale Frage (1964: già la settima edizione con più di 700 pagine). Malgrado ciò in quegli anni pubblicò anche altri libri: nel 1961 Der Funktionär ("Il funzionario o l'incaricato"), un'analisi sulla posizione chiave della "professione decisionale" nella società moderna e nel sistema politico56; nel 1962 Das Gemeinwohl ("Il bene comune") sull'ordine del bene comune come riassunto delle sue tesi fondamentali su questa problematica complessa57; nel 1964 anche uno studio sull'imprenditore proprio58 e nel 1975 una collezione dei saggi scritti dal 1965 al 1974 titolata Ethik und Gesellschaft ("Etica e società")59.

Messner venne onorato sia con scritti commemorativi al 70o60, 80o61, 85o62 e 90o63 compleanno, sia con la concessione di cinque dottorati honoris causa (Vienna: Dr. theol.64; Friburgo i. B.: Dr. rer. pol., Leuven: Dr. sc. pol. ac soc.; Innsbruck: Dr. rer. soc. oec.; Salisburgo: Dr. phil. fac. theol.) sia con altre pubblicazioni, sia, chiaramente, anche attraverso riconoscimenti ecclesiastici (prelato) e statali. Nel 1961 diventò membro dell'Accademia Austriaca delle Scienze e nel 1980 ottenne il Premio del cardinale Bea dalla Fondazione Internazionale Humanum.65 La sua personalità è comprensibile pienamente soltanto se viene letta non dimenticando il duplice aspetto di scienziato e di prete che come tale ha partecipato alla vita dell'uomo comune e reale con il quale ha avuto contatti nonostante la sua vita ritirata e all'insegna della povertà. Traeva grande soddisfazione nel vedere le sue opere tradotte in altre lingue.66 Messner concepisce la sua opera come somma, specialmente il suo Naturrecht (= il libro "Diritto naturale").67 Il significato centrale nell'opera di Messner resta sempre il pensiero di ordine. Dopo la guerra il suo influsso68 nella politica (soprattutto nell'ambito dei democratico-cristiani) ebbe certamente un modo più silenzioso. Il suo ampio lavoro scientifico rimase come riferimento oggettivo per tanti uomini politici con attenzione per il sociale. Il 12 febbraio 1984 morì a Vienna e fu sepolto a Schwaz.

Excursus: Lo sviluppo della sua posizione sul corporativismo

Messner conserva l'idea dell'ordine corporativo, usando però anche una nuova terminologia per definirlo come, per esempio, "democrazia sociale". Lo sviluppo va oltre la diversa denominazione - Messner sottolinea più chiaramente quali siano i fattori storici attivi nel formare un ordine giusnaturalista della società. Naturalmente risultano anche altri accenni concernenti i partiti politici e il sindacato obbligatoriamente unico69 - il pluralismo sociale (di cui parlava Messner già prima della guerra mondiale) viene espresso più chiaramente. Siccome nell'intera essenza dell'ordine corporativo risiede sempre la via preindicata dalla lotta di classe alla cooperazione tra le parti sociali (Sozialpartnerschaft) a tutti i livelli (dell'economia politica, dei singoli settori economici e delle imprese), Messner deduce che: "L'ordine corporativo sarebbe il sistema della cooperazione completa delle parti sociali."70 Sulla base dell'enciclica di B. GIOVANNI XXIII, Mater et magistra (1961)71, Messner poté, ancora nel 196472, sottolineare la posizione non indebolita dell'ordine corporativo nella dottrina sociale cattolica. Più tardi, il magistero sociale della Chiesa sembra aver perso una certa preferenza per le corporazioni. Rimangono tuttavia i princípi73 del bene comune, della sussidiarietà e della parità, che in parte e di fatto sono stati realizzati senza l'ausilio delle corporazioni in senso stretto. Così Messner rimane il grande teorico della Sozialpartnerschaft, della parità sociale tra lavoratori e imprenditori in senso generale che, almeno in Austria, porta a un grande pace sociale. Messner ha fatto emergere la relazione mentale tra ordine corporativo e totale cooperazione delle parti sociali: idea sempre inclusa nella sua concezione di ordine corporativo. Secondo Messner, la piena realizzazione di quest'ordine avrebbe evitato anche la crisi della cultura, avrebbe rinnovato l'etica della professione. In contrasto con teorie sociali "romantiche" Messner non limita la possibilità di un senso creativo del lavoro professionale soltanto alle situazioni del mestiere e del piccolo contadino.74 Sempre gli interessa la realizzazione dei diritti dei lavoratori attraverso la corresponsabilità e la co-determinazione del processo di lavoro.



1 Cf. A. KLOSE/A. RAUSCHER/W. SCHMITZ/R. WEILER, Werk und Würdigung von Johannes Messner, in: H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Naturrecht in Anwendung: "Johannes-Messner-Vorlesungen" 1996 - 2001, gehalten im Gedenken an meinen Lehrer und ersten Lehrstuhlinhaber für Ethik und Sozialwissenschaften an der Kath.-Theol. Fakultät der Universität Wien, Graz 2001, 141 - 150; cf. particolarmente A. RAUSCHER, Johannes Messner (1891 - 1984), in: J. ARETZ/R. MORSEY/A. RAUSCHER (edit.), Zeitgeschichte in Lebensbildern. Aus dem Katholizismus des 19. u. 20. Jh. Bd. 6, Mainz 1984, 250 - 265; cf. la rivista del suo paese Schwaz: HEIMATBLÄTTER. SCHWAZER KULTURZEITSCHRIFT, Johannes Messner, Gelehrter, Priester, Mensch. Erinnerung zu seinem 100. Geburtstag, Schwaz 1991 (= edizione straordinaria n. 25/1991 del "Museums- und Heimatschutzverein"); cf. W. WALDSTEIN, Teoria generale del diritto. Dall'antichità ad oggi, Roma 2001 (= FALCHI G. L. [edit.], Studia et Documenta. Sectio Iuris Romani et Historiae Iuris, n. 6), 222 s.; cf. G. AMBROSETTI, Johannes Messner: Vitam impendere vero, in: Doctor Communis 29 (1976) 347 - 352.

2 Cf. J. MESSNER, Die soziale Frage im Blickfeld der Irrwege von gestern, der Sozialkämpfe von heute, der Weltentscheidungen von morgen von Dr. jur. utr., Dr. oec. pol. Johannes Messner/Professor der Ethik und Sozialwissenschaften an der Universität Wien, Innsbruck - Wien - München 6/1956 (abbreviazione scelta dall'autore = SF 6/1956), 13 - 17; cf. la traduzione parziale di G. AMBROSETTI, Johannes Messner: Vitam impendere vero, in: Doctor Communis 29 (1976) 351: "Entrambi i genitori dovevano cominciare il lavoro alle sei del mattino. Essi andavano, salvo in caso di indisposizione, alla prima Messa, poi a casa per la colazione e subito al lavoro. I genitori sapevano di essere benedetti con una vita dura, ma indescrivibilmente felice. La parola 'questione sociale' non è mai piaciuta nella nostra famiglia, non parliamo poi della parola 'proletariato'. Ciò fu molto più duro per il padre che per la madre. Poiché egli nella sua giovinezza avrebbe studiato volentieri, ma i suoi genitori non avevano mezzi sufficienti per questo. Ma tale rinuncia mai venne a turbare come un'ombra la felicità della nostra famiglia, anzi, proprio per questo, venne arricchita nei suoi valori, che si sottraevano al calcolo. Egli stesso era tanto più felice che ai suoi figli fosse possibile, non senza qualche aiuto per gli studi, ciò che per lui era rimasto impossibile. Noi non avevamo ancora finiti gli studi ginnasiali, quando il padre morì. Ciò che può fare una madre lo sapemmo solamente quando la nostra madre poté mandare avanti da sola la casa e far sì che potessimo continuare ancora gli studi".

3 Produsse rendimenti eccellenti nelle materie scolastiche della matematica e della lingua latina.

4 Cf. J. BIEDERLACK, Die soziale Frage. Ein Beitrag zur Orientierung über ihr Wesen und ihre Lösung, Innsbruck 1904 - MESSNER (SF 6/1956) 16 scrisse: "Als erstes Problem der 'sozialen Frage' beschäftigte mich in den Gymnasialjahren der Unterschied zwischen dem nicht unbeträchtlich höheren Lohn der Mutter im Vergleich zu dem des Vaters, indessen wurde mir ein nach heutigen Begriffen viel zu zurückhaltendes Buch über die 'soziale Frage' auf dem Gymnasium als gefährlich abgenommen." Cf. A. RAUSCHER, Johannes Messner, in: J. ARETZ/R. MORSEY/A. RAUSCHER (edit.), Zeitgeschichte in Lebensbildern, Mainz 1984, 252.

5 MESSNER (SF 6/1956) 16: "Er öffnete den Blick dafür, wieviel sich in Zukunft für oder gegen das Christentum im Bereich der Sozialordnung entscheiden werde. Was mich in Verbindung mit diesem Gedanken zuinnerst zur Arbeit auf dem Gebiete der Sozialwissenschaften drängte, war ... warum es ... nicht möglich sein sollte, in Eintracht und Verständigung, im Bemühen um den wirtschaftlichen und sozialen Fortschritt und damit einhergehend um den steigenden Wohlstand der Arbeiterschaft, die Voraussetzungen zu schaffen, die der Großzahl der Familien jenen Segen eines ungemessen glücklichen Lebens ermöglichen, wie er unser Teil war. Bestimmend war weiter ein Unbehagen angesichts mancher damals einflußreicher Strömungen, die, wie mir schien, allzusehr auf ein anklagendes Sozialpathos und einen fordernden Sozialidealismus vertrauten."

6 Cf. F. M. SCHINDLER, Die soziale Frage der Gegenwart vom Standpunkt des Christentums, Wien 4/1908.

7 Uderns, Imst, Reutte e Innsbruck.

8 Soltanto nel 2002 è stato pubblicato la prima volta da A. RAUSCHER/R. WEILER [edit.], Johannes Messner. Frühschriften. W. Hohoffs Marxismus. Sudien zur Erkenntnislehre der nationalökonomischen Theorie. Sozialökonomik und Sozialethik. Studie zur Grundlegung einer systematischen Wirtschaftsethik. Eingeleitet von Anton Rauscher SJ, München - Wien 2002 [= Johannes Messner. Ausgewählte Werke. Herausgegeben von Anton Rauscher SJ und Rudolf Weiler in Verbindung mit Alfred Klose und Wolfgang Schmitz. Vol. 2].

9 Cf. Hadassa. Opera biblica, poesia di Johannes Messner, messa in musica da Joseph Messner, Essen 1924. Poi vedremo che il mondo della cultura per Messner non si limitava alla sala dei concerti, ma inglobava tutti i campi della vita umana.

10 Cf. A. RAUSCHER, Johannes Messner, in: J. ARETZ/R. MORSEY/A. RAUSCHER (edit.), Zeitgeschichte in Lebensbildern, Mainz 1984, 254; cf. K. LUGMAYER, Lehren und Weisungen der österreichischen Bischöfe über soziale Fragen d. Gegenwart. Herausgegeben mit Zustimmung des hochwürdigsten Herrn Kardinals und Erzbischofs von Wien Dr. Friedrich Gustav Piffl. Erörterungen von Dr. Karl Lugmayer, Wien 1926. - Secondo le sue proprie indicazioni Messner aveva passato 14 giorni insieme con Msgr. Waitz per la compilazione del testo - così riferisce R. WEILER, Zur Frage der Richtungen in der katholischen Soziallehre Österreichs, in: H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Der Mensch ist der Weg der Kirche, Berlin 1992, 122, annot. 15.

11 Cf. J. MESSNER, Die soziale Frage der Gegenwart. Eine Einführung von Dr. Johannes Meßner/Privatdozent an der Universität Wien, Innsbruck - Wien - München ²1934, 457.

12 Cf. WEILER, in: SCHAMBECK/WEILER (1992) 123.

13 Cf. JÄNNER-KUNDGEBUNG, appendice in: J. MESSNER, Um die katholisch-soziale Einheitslinie. Mit einem Geleitwort von Bischof Dr. Sigmund Waitz, Innsbruck - Wien - München 1930 (= "Neues Reich"-Bücherei n. 9), 58.

14 J. MESSNER, Die katholisch-soziale Tagung in Wien, in: "Volkswohl". Wissenschaftliche Monatsschrift [Wien], anno XX, fasc. 8 (1929) 285: "Der Wirklichkeitsbegriff der christlichen Sozialreform schließt sowohl eine idealistische wie eine romantische Auffassung der Wirklichkeit aus ... Eine 'methoden-dualistische' Unterscheidung von pastoraler und reiner Soziologie ist also im Sinne der christlichen Philosophie unzulässig." Vedi anche in internet:

http://www.univie.ac.at/messner-gesellschaft/Katholisch_soziale_Tagung_3.pdf

15 Cf. R. WEILER, Zur Frage der Richtungen in der katholischen Soziallehre Österreichs, in: H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Der Mensch ist der Weg der Kirche, Berlin 1992, 122.

16 Cf. F. ARNOLD, art. "Wiener Richtungen", in: H. SACHER (edit.), Staatslexikon im Auftrag der GÖRRES-GESELLSCHAFT unter Mitwirkung zahlreicher Fachleute (abbreviazione scelta dall'autore = StL). Vol. 5, Freiburg 5/1931, 1304: l'azione cattolica venne fondata in Austria 1927.

17 Cf. A. RAUSCHER, Gustav Gundlach 1892 - 1963. Herausgegeben und erläutert von Anton Rauscher, Paderborn - München - Wien - Zürich 1988 (= Beiträge zur Katholizismusforschung, Reihe: A: Quellentexte zur Geschichte des Katholizismus, vol. 2), 9. Cf. J. MESSNER, Um die katholisch-soziale Einheitslinie. Mit einem Geleitwort von Bischof Dr. Sigmund Waitz, Innsbruck - Wien - München 1930 (= "Neues Reich"-Bücherei n. 9), 25: "Weil ... die katholische Mitte im sozialen Denken dem Wesen gesellschaftlichen Seins entspringt, ist das in ihr gründende Sozialprogramm weit entfernt, jene 'Mischung' aus Gedanken und Forderungen zu sein, die angeblich anderen, also radikalen Sozialprogrammen entlehnt seien, und nur wo man den der christlichen Philosophie eigenen wichtigen Gedanken der 'Mitte' nicht kennt, konnte man zu einer solchen Auffassung kommen. Diese Mitte liegt vielmehr auf ganz anderer, auf höherer Ebene gegenüber den Sozialideen und Sozialprogrammen der Radikalismen rechts und links. Deshalb auf höherer Ebene, weil diese sozialen Radikalismen von außerhalb an die Dinge herangetragen werden, weil sie nicht dem Wesen der Dinge entspringen, weil sie deshalb logisch falsch und ethisch verwerflich sind. Diese Ueberhöhung jedes Radikalismus durch die katholische Mitte ist die Stärke jedes wahrhaft katholischen Sozialprogrammes. Denn, weil diese Mitte der katholischen Sozialidee im Wesen der Dinge wurzelt und darum ursprünglichste Wirklichkeit ist, hat sie einen unmittelbaren Bezug zu jeder wahren Wirklichkeit, hat sie auch gegenüber jeder wahren Wirklichkeit unmittelbar konstruktive Kraft."

18 Cf. L. REICHHOLD, Anton Orel. Der Kampf um die österreichische Jugend, Wien 1990 (= KARL VON VOGELSANG-INSTITUT, Reihe Kurzbiographien), 27; cf. anche A. DIAMANT, Die österreichischen Katholiken und die Erste Republik. Demokratie, Kapitalismus und soziale Ordnung 1918 - 1934. Deutsche Übersetzung von Norbert Leser, Wien 1965 (cf. edizione americana, Princeton 1960), 175 ss.

19 Dopo la fusione delle riviste Das Neue Reich e Schönere Zukunft ("Più bella futura", in responsabilitá di Joseph Eberle) nel 1932, Messner si concentrò ancora di più al lavoro scientifico.

20 Cf. J. MESSNER, Eine Grundvoraussetzung der Sozialreform. Zu Prof. Dr. Th. Brauers "Produktionsfaktor Arbeit", in: Das Neue Reich. Wochenschrift für Kultur, Politik und Volkswirtschaft [Wien - Innsbruck - München], a. 8, n. 15 (16 gennaio 1926) 331 - 333.

21 Cf. IDEM, Heinrich Pesch +, in: Das Neue Reich, a. 8, n. 28 (17 aprile 1926) 586.

22 Cf. IDEM, Sozialökonomik und Sozialethik. Studie zur Grundlegung einer systematischen Wirtschaftsethik, Paderborn 1927 (= GÖRRES-GESELLSCHAFT zur Pflege der Wissenschaft im katholischen Deutschland. Veröffentlichungen der Sektion für Sozial- und Wirtschaftswissenschaft, fasc. 1; ²1929), 59; 61 s.; cf. il recente commento di A. RAUSCHER, Einführung. Das Ringen um die Lösung der "sozialen Frage". Das Verhältnis von Sozialökonomik und Sozialethik. Pionier der "sozialen Gerechtigkeit", in: A. RAUSCHER/R. WEILER (edit.), Johannes Messner. Frühschriften, München - Wien 2002, XV - XX; cf. R. WEILER, Logos und Ethos, in: A. KLOSE/H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Das Neue Naturrecht. Die Erneuerung der Naturrechtslehre durch Johannes Messner. Gedächtnisschrift für Johannes Messner (+ 12. Februar 1984), Berlin 1985, 10: Messner già dice in questo lavoro che la norma etica è al primo posto natura e soltanto poi legge, e così pone la questione fondamentale dell'etica, come si potrebbe riconoscere dall'essere il dovere. Prende tale cognizione dell'essere così sul serio, che vede nell'ambito dell'etica economica la ricerca delle leggi della cosa (Sachgesetze) quale punto di partenza per il compito propriamente etico.

23 Come secondo presidente diresse la sezione economica scientifica della Görres-Gesellschaft sin dal settembre 1926.

24 Cf. un'analisi in A. PYTLIK, Berufsständische Ordnung oder "Ständestaat"? Wien 1993, 39 - 46, oppure in internet:

http://www.pytlik.at/messner_johannes_beruf_stand_bis1938.htm

25 Vedi in internet:

http://www.vatican.va/holy_father/pius_xi/encyclicals/documents/hf_p-xi_enc_19310515_quadragesimo-anno_it.html

26 PIO XI, QA (1931), n. 80: "Perciò è necessario che l'autorità suprema dello stato, rimetta ad associazioni minori e inferiori il disbrigo degli affari e delle cure di minor momento, dalle quali essa del resto sarebbe più che mai distratta; e allora essa potrà eseguire con più libertà, con più forza ed efficacia le parti che a lei solo spettano, perché essa sola può compierle; di direzione cioè, di vigilanza di incitamento, di repressione, a seconda dei casi e delle necessità. Si persuadano dunque fermamente gli uomini di governo, che quanto più perfettamente sarà mantenuto l'ordine gerarchico tra le diverse associazioni, conforme al principio della funzione suppletiva dell'attività sociale, tanto più forte riuscirà l'autorità e la potenza sociale, e perciò anche più felice e più prospera la condizione dello Stato stesso." Stranamente il numero 80 viene presentato nella versione italiana come numero 81, mentre nella versione inglese il numero 80 corrisponde alle citazioni nei libri austriaci:

http://www.vatican.va/holy_father/pius_xi/encyclicals/documents/hf_p-xi_enc_19310515_quadragesimo-anno_en.html

27 Cf. H. WOHNOUT, Regierungsdiktatur oder Ständeparlament? Gesetzgebung im autoritären Österreich, Wien - Köln - Graz 1993 (= C. BRÜNNER/W. MANTL/M. WELAN [edit.], Studien zu Politik und Verwaltung, vol. 43), 82 - 84. Cf. anche A. PYTLIK, Berufsständische Ordnung oder "Ständestaat"? Wien 1993, 37, oppure in internet: http://www.pytlik.at/messner_johannes_bis1933.htm#pari

28 Cf. J. MESSNER, Der Staatswille des katholischen Oesterreich. Im Auftrage von Bundeskanzler Dr. Dollfuß, dargelegt von Dr. Johannes Meßner, in: DER KATHOLISCHE STAATSGEDANKE. Bericht über die katholisch-soziale Tagung der Zentralstelle des Volksbundes der Katholiken Österreichs am 29. und 30. April 1934 in Wien, Wien 1934, 100 - 105.

29 Cf. IDEM, Dollfuß, Innsbruck - Wien - München 1935; cf. una lunga analisi del libro in PYTLIK (1993) 49 - 65 oppure in internet:

http://www.pytlik.at/messner_johannes_beruf_stand_bis1938.htm#doll

30 Cf. IDEM, Dollfuß in den geistigen Entscheidungen der Zeit, in: "Volkswohl". Katholische Monatsschrift für Volksbildung, Kultur- und Gesellschaftsreform, a. XXVI, fasc. 3 (dicembre 1934) 63.

31 Cf. l'annot. 38 in questa tesi.

32 Cf. A. PYTLIK, Berufsständische Ordnung oder "Ständestaat"? Wien 1993, 197, oppure in internet:

http://www.pytlik.at/messner_johannes_berufsstaendische_ordnung.htm#QA

33 Cf. (di nuovo) la rivista "Volkswohl". Monatsschrift für Volksbildung, Kultur- und Gesellschaftsreform, a. XXVI, fasc. 11/12 (agosto/settembre 1935) Sonderheft: Die internationale Konferenz über die berufsständische Ordnung. Cf. PYTLIK (1993) 67 s. oppure in internet:

http://www.pytlik.at/messner_johannes_beruf_stand_bis1938.htm#vert

34 J. MESSNER, Zur österreichischen Staatsideologie, in: IDEM (edit.), Monatsschrift für Kultur und Politik [Wien], a. I, fasc. 10 (ottobre 1936) 877: "Demokratie in ihrem überzeitlichen Sinne".

35 Cf. PYTLIK (1993) 197 oppure in internet:

http://www.pytlik.at/messner_johannes_berufsstaendische_ordnung.htm#demo

36 Cf. J. MESSNER, Die berufständische Ordnung, Innsbruck - Wien - München 1936 (abbreviazione scelta dall'autore = BO 1936). Cf. l'analisi lunga in PYTLIK (1993) 69 - 139 oppure in internet:

http://www.pytlik.at/messner_johannes_beruf_stand_bis1938.htm#beru

37 MESSNER (BO 1936) 8: "Staat ist die auf die Verwirklichung der Gemeinzwecke gerichtete Gemeinschaft des Staatsvolkes; Gesellschaft sind die auf die Eigenzwecke der übrigen innerstaatlichen und überstaatlichen Lebenskreise gerichteten Gemeinschaften."

38 Ibid., 17: "Die Austragung von Interessengegensätzen bleibt in der ständischen Gesellschaft immer eine Frage des Wirksamwerdens der bestehenden Ordnung, die sich an der friedlichen Ausgleichung dieser Gegensätze zu bewähren hat."

39 Ibid., 91: "Berufständische Ordnung schließt kein Wirtschaftssystem ein, ... weil sie verschiedenen Wirtschaftsweisen die rechte Ordnung geben kann."

40 Ibid., 190: "es müssen also die Interessengegensätze auf den Ausgleich im Rechtsgedanken verpflichtet werden. Weiters muß die Gemeinschaftsverbundenheit im Arbeitsleben wieder wirksam werden, es müssen also die gegensätzlichen Interessen zur Unterordnung unter das ständische und staatliche Gemeinwohl gehalten sein."

41 Ibid., 232: "Fest steht grundsätzlich jedenfalls, daß an sich öffentlich-rechtliche Stellung nur den berufständischen Körperschaften zukommt."

42 Ibid., 243: "Die berufständische Gliederung des Volkes soll die gemeinschaftsformenden Kräfte im ganzen Volkskörper von der beruflichen Leistungsverbundenheit her wirksam machen, in der es seine Lebens- und Kulturaufgaben erfüllt."

43 Vedi alcuni articoli esemplari per il periodo 1931 - 1936: J. MESSNER, art. "Soziale Ordnung", in: StL 4 (5/1931) 1676 - 1678, oppure in internet:

http://www.univie.ac.at/messner-gesellschaft/Staatslexikon_BdIV.pdf - cf. IDEM, Wettbewerbsfreiheit und berufsständische Ordnung, in: "Volkswohl", a. XXIV, fasc. 2 (novembre 1932) 33 - 41; cf. IDEM, Die berufsständische Ordnung, in: "Volkswohl", a. XXV, fasc. 1 (ottobre 1933) 1- 6; cf. IDEM, Das Sozialproblem im berufständischen Aufbau des neuen Osterreich, in: "Volkswohl", a. XXVI, fasc. 11/12 (agosto/settembre 1935) Sonderheft: Die internationale Konferenz über die berufsständische Ordnung, 23 - 27; cf. IDEM, Der Arbeiter in der berufständischen Ordnung, in: ibid., 74 - 79; cf. IDEM, Die Wirtschaft in der berufsständischen Ordnung, in: MISCELLANEA VERMEERSCH. Scritti pubblicati in onore del R. P. Arturo Vermeersch S. J. Volume II. Studi di diritto civile e sociologia, Roma 1935 (= Pontificia Universitas Gregoriana. Analecta Gregoriana, X), 293 - 317, oppure in internet:

http://www.univie.ac.at/messner-gesellschaft/Wirtschaft.pdf - cf. IDEM, Volk, Staat und berufständische Ordnung, in: IDEM (edit.), Monatsschrift für Kultur und Politik, a. I, fasc. 1 (gennaio 1936) 7 - 20. Ed è stato invitato per esempio ancora nel marzo 1937 per fare una relazione sull'ordine corporativo in riferimento a un rinnovamento sociale, vedi al riguardo K. PLASCHKO/G. WIRTH, Beiträge zur Geschichte des Bundes der katholisch-österreichischen Landsmannschaften und seiner Corporationen bis 1938. Kapitel 10: Die Österreichische Akademie, in internet:

http://www.koel-starhemberg.at/starweb/historie_bund_10.htm : "In enger Zusammenarbeit der 'Österreichischen Katholischen Liga' mit dem Bund KÖL wurde vom 19. bis 26. Juli 1936 in Salzburg eine 'Österreichische Akademie' veranstaltet, die mit einer Reihe wissenschaftlicher Vorträge die österreichische Idee ergründen, vertiefen und fundieren will. Den Ehrenschutz über diese Veranstaltung hat Fürsterzbischof von Salzburg, Dr. Sigismund Waitz, übernommen (...) Die zweite Österreichische Akademie fand vom 18. März bis zum 20. März 1937 statt und behandelte aktuelle soziale Probleme. Als Tagungsort wurden die Redoutensäle in der oberösterreichischen Landeshauptstadt Linz gewählt (...) Das Rahmenthema lautete 'Die soziale Erneuerung', zu dem bekannte Professoren vortrugen (...) 'Berufsständische Ordnung' Dr. Johannes Messner".

44 Cf. A. PYTLIK, Berufsständische Ordnung oder "Ständestaat"? Wien 1993, 198, oppure in internet:

http://www.pytlik.at/messner_johannes_berufsstaendische_ordnung.htm#via

45 Cf. J. MESSNER, Die soziale Frage. Eine Einführung von Dr. Johannes Meßner/Professor an der Universität Wien, Innsbruck - Wien - München 5/1938 (abbreviazione scelta dall'autore = SF 5/1938); cf. l'analisi in PYTLIK (1993) 140 - 152 oppure in internet:

http://www.pytlik.at/messner_johannes_beruf_stand_bis1938.htm#38

46 Cf. A. RAUSCHER, Johannes Messner, in: J. ARETZ/R. MORSEY/A. RAUSCHER (edit.), Zeitgeschichte in Lebensbildern, Mainz 1984, 256: "In der Nacht vom 11. auf den 12. März 1938 verbrannte er (Messner, annot. dell'autore) alle Briefe und Manuskripte."

47 Cf. M. L. GOGELLI, Pioniere della dottrina sociale vittima del nazionalsocialismo. Profilo di Johannes Messner (2), in: Giornale del Popolo. Quotidiano della Svizzera italiana, a. LXIV, n. 149 (1 luglio 1989) 3: "Il professore Messner aveva 47 anni quando, ai tempi del nazionalsocialismo, gli fu intimato di ritirarsi dall'Università di Vienna. Era il 31 maggio 1938. Il 23 luglio la radio di Mosca annunciava già il suo arresto da parte della Gestapo. Fece appena in tempo a raccogliere le sue cose, a dare l'addio a sua madre a Schwaz nel Tirolo per fuggire in Svizzera. L'accompagnavano due amici: avevano prgettato un percorso di montagna attraverso la catena delle 'Drei Schwestern' per raggiungere la Svizzera. - Il professore Messner dovette però rinunciare a questo percorso: era già troppo stanco, allo stremo delle forze. Decise di recarsi in auto a Buchs (San Gallo) con i suoi amici. Alla dogana dissero che andavano a far visita al curato di Buchs. Per fortuna la Gestapo non c'era: si festeggiava l'assassinio di Dollfuss. Il doganiere svizzero chiuse un occhio e li lasciò passare. Era il 26 luglio 1938 (...) Ma il professor Messner non si sentiva abbastanza sicuro in Svizzera. Proseguì il suo esodo il 12 ottobre 1938 in direzione dell'Inghilterra".

48 Cf. J. MESSNER, Social Ethics - Natural Law in the Modern World, St. Louis (USA) - London 1949; cf. anche la prima versione tedesca: J. MESSNER, Das Naturrecht. Handbuch der Gesellschaftsethik Staatsethik und Wirtschaftsethik, Innsbruck - Wien 1950 (abbreviazione scelta dall'autore = NR 1950).

49 IDEM (NR 1950) 5: "Vielleicht darf ich für die Benützer meiner 'Sozialen Frage' (letzte Auflage 1938, vergriffen), anfügen, daß sich keine der dort eingenommenen Grundpositionen zufolge der Arbeiten am vorliegenden Buche als hinfällig erwiesen hat, daß ich aber in der Sicherung dieser Positionen und in den praktischen Lösungen wesentlich über jene frühere Arbeit hinausgekommen zu sein glaube, vom Versuch einer teilweisen Neubegründung des Naturrechts angefangen bis zu dem einer Umreißung der Grundlinien eines gleicherweise über Kapitalismus und Sozialismus hinausführenden Wirtschaftssystems." Cf. IDEM (SF 5/1938).

50 Cf. IDEM (NR 1966/84) 44; cf. l'intero capitolo II di questa tesi.

51 Cf. M. L. GOGELLI, Pioniere della dottrina sociale vittima del nazionalsocialismo, in: Giornale del Popolo. Quotidiano della Svizzera italiana, a. LXIV, n. 149 (1 luglio 1989) 3, in riferimento all'Oratorio del cardinale John Henry Newman: "Rimase 27 anni in questa comunità di preti, fino al suo ritorno definitivo a Vienna (...) A Birmingham, oltre agli Oratoriani, pochi sapevano che 'Father Messner' era un uomo di scienza. Nulla della semplicità di quest'uomo fragile vestito con una pelerina nera e calzante sandali lasciava suporre il suo valore. Molte persone lo hanno frequentato non per la sua scienza, ma perché viveva un alto ideale di verità, di bontà, di nobiltà nella sua vita sacerdotale".

52 Cf. M. HERMANNS, Die Berufungsverhandlungen der Universität Münster mit Johannes Messner, in: JOHANNES-MESSNER-GESELLSCHAFT (edit.), Mitteilungsblatt, a. 6, n. 11 (novembre 2001) 2 - 9.

53 Cf. J. MESSNER, Widersprüche in der menschlichen Existenz, Tatsachen, Verhängnisse, Hoffnungen, Innsbruck - Wien - München 1952 (nuova edizione preparata per il 2002/2003); cf. anche la versione inglese: MESSNER, Ethics and Facts. The Puzzling Pattern of Human Existence, St. Louis (USA) - London 1952.

54 Cf. IDEM, Kulturethik mit Grundlegung durch Prinzipienethik und Persönlichkeitsethik, Innsbruck - Wien - München ²1954 (3/2001), 683. Vedi anche l'excursus sullo sviluppo del suo corporativismo in questa tesi dopo (il capitolo I.3).

55 Cf. IDEM, Ethik - Kompendium der Gesamtethik, Innsbruck - Wien - München 1955.

56 Cf. IDEM, Der Funktionär. Seine Schlüsselstellung in der heutigen Gesellschaft, Innsbruck - Wien - München 1961; cf. la versione inglese: IDEM, The Executive - His Key Position in Contemporary Society, St. Louis (USA) - London 1965; cf. anche la versione spagnola: IDEM, El Funcionario en la Sociedad Pluralista, Madrid 1962.

57 Cf. IDEM, Das Gemeinwohl. Idee, Wirklichkeit, Aufgaben, Osnabrück 1962.

58 Cf. IDEM, Der Eigenunternehmer in Wirtschafts- und Gesellschaftspolitik, Heidelberg 1964.

59 Cf. IDEM, Ethik und Gesellschaft. Aufsätze 1965 - 1974, Köln 1975. Cf. al riguardo anche G. AMBROSETTI, Johannes Messner: Vitam impendere vero, in: Doctor Communis 29 (1976) 349: "Essa costituisce un quadro vivo e attuale degli interessi di Messner. Temi come L'idea dei diritti umani nelle Stato di diritto della società pluralistica, L'umanesimo sociale, La morale nella società secolarizzata, L'esperimento della compartecipazione, La figura dell'imprenditore nella dottrina sociale cattolica, Antropologia del diritto naturale, Tommas d'Aquino e la sua importanza pel presente, Formule e idoli nel Cristianesimo di oggi, dicono tutta l'apertura dell'Autore al tempo presente e ai suoi interrogativi."

60 Cf. J. HÖFFNER/A. VERDROSS/F. VITO (edit.), Naturordnung in Gesellschaft - Staat - Wirtschaft. Msgr. Univ.-Prof. DDr. DDr. h. c. Johannes Messner zur Vollendung seines 70. Lebensjahres von seinen Freunden dargeboten, Innsbruck - Wien - München 1961; riguardo all'importanza cf. G. AMBROSETTI, Johannes Messner: Vitam impendere vero, in: Doctor Communis 29 (1976) 347 s.: "Johannes Messner ha avuto una degna celebrazione nel suo 70° anno, con la pubblicazione degli Studi in suo onore dal titolo Naturordnung (L'Ordine naturale nella società, nello Stato e nell'economia ...) ... volume che è fondamentale per conoscere Messner e al quale molto deve la presente nota, è detto che gli sforzi per considerare i problemi sociali muovendo dalla natura umana, non sono ancora scomparsi nella tradizione dell'Occidente. Queste parole costituiscono quasi il motivo fondamentale dell'opera di Messner."

61 Cf. A. KLOSE/R. WEILER (edit.), Menschen im Entscheidungsprozeß. Eine grundlegende Entscheidungshilfe für Unternehmer, Gewerkschafter, Politiker, Juristen, Publizisten und Wissenschaftler, Wien - Freiburg - Basel 1971 (= G. ERMECKE/C. E. JOHNSON/J. MESSNER/A. MIZUNAMI/J. SCHASCHING [edit.], Reihe "Sozialethik und Gesellschaftspolitik" anläßlich des 80. Geburtstages des Mitherausgebers Professor DDr. Johannes Messner).

62 Cf. A. KLOSE/H. SCHAMBECK/R. WEILER/V. ZSIFKOVITS (edit.), Ordnung im sozialen Wandel, Festschrift für Johannes Messner zum 85. Geburtstag, Berlin 1976; cf. J. MESSNER/A. BURGHARDT/J. STEURER/J. TAUS (edit.), Festschrift Johannes Messner = Gesellschaft & Politik [Wien], a. 12, n. (1/1976).

63 Cf. R. WEILER/V. ZSIFKOVITS, Erfahrungsbezogene Ethik. Festschrift für Johannes Messner zum 90. Geburtstag, Berlin 1981.

64 Cf. G. AMBROSETTI, Johannes Messner: Vitam impendere vero, in: Doctor Communis 29 (1976) 352: "Di fronte alla veneranda figura che dà splendida testimonianza della vitalità della tradizione filosofica-giuridica della 'philosophia perennis' si possono ripetere le parole che Egli ebbe a pronunciare al conferimento del dottorato h. c. in teologia: 'ben sapendo e sempre nuovamente sperimentando, quanto è difficile fare passi anche minimi in avanti nel servizio della verità attraverso la ricerca scientifica, ma sempre accompagnato dalla convinzione che il professare e il riconoscere i presupposti fondamentali della verità formano la pienezza dell'esistenza personale e sociale dell'uomo, il che corrisponde all'ordine posto nella sua natura e che perciò può essere pienezza soltanto nella completa realtà di questa stessa natura'."

65 Cf. INTERNATIONALE STIFTUNG HUMANUM, Augustinus-Bea-Preis 1980. Der Sozialethiker und Rechtsphilosoph Johannes Messner. Leben und Werk, Bonn 1980. La sede della fondazione è a Berna (Svizzera), e dal 1983 al 1997 fu presidente A. F. Utz. - Nelle sue parole di ringraziamento Messner disse: "Keine Wissenschaft, auch nicht die Naturrechtslehre, darf auf der Stelle treten. Sie muß trachten, mehr und einsichtigere Wahrheit zu erarbeiten. Darauf zielte ich in meiner wissenschaftlichen Arbeit ab, Thomas von Aquin war ein Höhepunkt, kein Ende, daher trachtete ich, seine Lehre weiter zu entwickeln." (Traduzione italiana: "Nessuna scienza, neanche la dottrina del diritto naturale, deve segnare il passo. Deve cercare di elaborare più verità, anche più comprensibile: la mia attività scientifica mirò a questo. S. Tommaso fu un culmine, ma non il termine ultimo, ecco perché cercai di sviluppare ancora la sua dottrina.") All'inizio aveva dichiarato che il suo compito di vita era di presentare la verità del mondo morale e giuridico in tal modo per poter essere compresa e accettata dall'uomo moderno. Cf. A. KLOSE/A. RAUSCHER/W. SCHMITZ/R. WEILER, Werk und Würdigung von Johannes Messner, in: H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Naturrecht in Anwendung: "Johannes-Messner-Vorlesungen" 1996 - 2001, Graz 2001, 146.

66 Cf. J. MESSNER, Social Ethics - Natural Law in the Modern World, St. Louis (USA) - London 1949; cf. IDEM, Ethics and Facts. The Puzzling Pattern of Human Existence, St. Louis (USA) - London 1952; cf. IDEM, Social Ethics - Natural Law in the Western World, St. Louis (USA) - London ²1965; cf. IDEM, El Bien Común, fin y tarea de la Sociedad, Madrid 1959; cf. IDEM, La cuestión social, Madrid 1960; cf. IDEM, El Funcionario en la Sociedad Pluralista, Madrid 1962; cf. IDEM, Ètica social, política y económica a la luz del Derecho Natural, tradução de Alípio Mia de Castro, Madrid - Mexico - Buenos Aires 1967; cf. IDEM, De Wijnpers Gods, Breda 1960; anche in giapponese, cf. per esempio le traduzioni dell'opera "Das Naturrecht" (1950), Tokio 1956; dell'opera "Das englische Experiment des Sozialismus" (1954) tradotto dal prof. Koh Kaneko (+ 1965), Tokio 1961; di settori dell'opera "Die Soziale Frage" (6/1956), tradotto di nuovo dal prof. Koh Kaneko (+ 1965), Tokio 1963; del libretto "Kurz gefaßte christliche Soziallehre" (1979), Tokio 1983; dell'opera "Das Naturrecht" (6/1966), Tokio ²1995 e recentemente anche dell'opera "Die Magna Charta der Sozialordnung. 90 Jahre Rerum novarum" (1981), Tokio 2001 (= H. YAMADA [trad.], in: "Società ed etica" [rivista giapponese della "Società di Johannes Messner"], n. 10 [2001] 177 - 189).

67 Cf. A. KLOSE, Johannes Messner 1891 - 1984, Paderborn - München - Wien - Zürich 1991, 12 s.

68 Cf. anche il capitolo IV.3 di questa tesi.

69 Cf. anche il capitolo III.3.3 di questa tesi.

70 J. MESSNER, Die soziale Frage im Blickfeld der Irrwege von gestern, der Sozialkämpfe von heute, der Weltentscheidungen von morgen, Innsbruck - Wien - München 7/1964 (abbreviazione scelta dall'autore = SF 7/1964), 629: "Die berufsständische Ordnung wäre das System der allseitigen Sozialpartnerschaft."

71 Vedi in internet:

http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/encyclicals/documents/hf_j-xxiii_enc_15051961_mater_it.html

72 Cf. MESSNER (SF 7/1964).

73 Cf. anche il capitolo IV.2 di questa tesi.

74 Cf. J. MESSNER, Kulturethik, Innsbruck - Wien - München ²1954 (3/2001), 326, annot. 2.


INDICE GENERALE IN INTERNET - INDICE DETTAGLIATO DELLA TESI

L'intera tesi come documento html - L'intera tesi come documento pdf - Gli altri contributi
La pagina internazionale - La pagina italiana - E-Mail
(Alexander Pytlik, Mag. theol. et. Dr. iur. can.)