DIRITTO NATURALE ED ETICA SOCIALE NEL
PENSIERO DI JOHANNES MESSNER (1891 - 1984)


CONCLUSIONE E RIASSUNTO

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(Padre Alex)


VI CONCLUSIONE E RIASSUNTO

Abbiamo presentato nel primo capitolo (I) la vita del famoso studioso austriaco del diritto naturale e dell'etica sociale Johannes Messner e, nel capitolo secondo (II), il fondamento essenziale della sua dottrina del diritto naturale. Poi seguono capitoli importanti (III) sull'applicazione del diritto naturale, (IV) sulla posizione di Messner nell'ambito della dottrina sociale cattolica e (V) su critiche scelte concernenti la sua persona oppure la sua opera e considerando anche la continuazione di quest'ultima.

A) Nel capitolo I "LA VITA E LE OPERE DI JOHANNES MESSNER (1891 - 1984)" abbiamo esaminato innanzitutto il suo sviluppo e i suoi studi fino al 1925. Già la situazione concreta della sua famiglia di lavoratori aveva animato un interesse vivo per le questioni sociali nel giovane Messner che voleva diventare prete. Durante gli studi di teologia a Bressanone scoprì ciò che in futuro si sarebbe deciso pro o contro il cristianesimo nell'ambito dell'ordine sociale. Gli studi in giurisprudenza (Innsbruck) e in economia politica e sociologia (Monaco) favorirono il suo realismo sociale che intendeva risolvere la questione sociale partendo dalla società esistente eliminando le cause che provocavano le tensioni sociali.

Successivamente abbiamo descritto un periodo abbastanza difficile (1925 - 1938) sia per l'Austria sia per Messner. Il suo professore di allora, Msgr. Waitz, lo chiamò ad elaborare nel 1925 una lettera pastorale dedicata alle questioni sociali. Dal 1925 al 1933 fu redattore capo oppure coeditore di un settimanale di cultura, politica ed economia, in cui Messner, tra l'altro, sosteneva che la via della riforma sociale cristiana dovesse partire dal contratto collettivo di lavoro per raggiungere una comunità di lavoro. Nel 1927 riuscì a sostenere l'abilitazione alla libera docenza all'Università di Salisburgo con la sua relazione su Sozialökonomik und Sozialethik ("Economia sociale e etica sociale")1. Messner si muoveva nelle correnti realistiche del cattolicesimo sociale dell'Austria e della Germania e il suo influsso è cresciuto come scientifico sia in riferimento ai vescovi, sia in riferimento alla politica, soprattutto nella discussione sull'esperimento austriaco (1933 - 1938) di costruire uno stato cristiano e corporativo con l'intenzione espressa di seguire la via della QA (1931).

Abbiamo esaminato il ruolo di Messner sotto i cancellieri cristiani Engelbert Dollfuß e Kurt von Schuschnigg in questo stato autoritario (1933 - 1938). Abbiamo analizzato il successo della sua prima opera molto conosciuta Die soziale Frage ("La questione sociale")2 con già quattro edizioni durante il 1934. Accanto al principio di corporazione Messner si impegna sempre a favore del principio di parità tra lavoratori e imprenditori, anche politicamente. Ma in questo periodo si situa anche sullo sfondo dello stato autoritario di Dollfuß, e una volta poté rappresentarlo presso un convegno cattolico-sociale con la relazione "La volontà statale dell'Austria cattolica"3, ma si oppose sempre alla cancellazione totale del principio democratico. Abbiamo esaminato anche il suo entusiasmo personale per il politico sociale Dollfuß che venne assassinato nel 1934 dai nazionalsocialisti. Subito scrisse un libro, a carattere popolare4, sul cancelliere che mostrava le vere speranze di Messner circa l'esperimento della costruzione di un nuovo stato cattolico-sociale contro Adolf Hitler e soprattutto con una società ordinata corporativamente ("democrazia di corporazioni").

Abbiamo poi presentato la grande opera scientifica di Messner (1936), Die berufständische Ordnung ("L'ordine corporativo")5 su un corporativismo "democratico" con le "comunità di professione". Con questa opera voleva definire leggi efficaci per il campo completamente nuovo della scienza sociale e della riforma sociale. L'ordine corporativo non sarebbe stato soltanto un sistema di legami; le comunità elementari di prestazione sarebbero state anche i migliori difensori dei loro diritti di libertà, anche di quelli della singola persona. Contro lo stretto concetto "stato corporativo" (Ständestaat) ha sempre manifestato riserve, indicando le due forme sbagliate, cioè l'identificazione totale di stato e società oppure il corporativismo puro che prescinde dallo stato nella sua realtà propria. Sempre appare il realismo sociale di Messner: "L'ordine corporativo non include nessun sistema economico, ... perché può dare il giusto ordine a differenti forme di economia."6 Non vuole mai proporre una cosiddetta "terza via", lontana dalla realtà sociale, ma vuole mostrare, anche nelle sue opere scritte prima della guerra mondiale, le possibilità reali di applicare i princípi di ordine sempre validi. Nel 1935 diventò professore straordinario di etica e scienze sociali a Vienna e dal 1936 al 1938 pubblicò un mensile di cultura e politica su desiderio del cancelliere Schuschnigg. Spera ancora che il nuovo stato, dopo qualche anno, meriti veramente l'appellativo di "democrazia corporativa". In un piccolo excursus abbiamo presentato lo sviluppo moderato della sua posizione sul corporativismo nella società pluralistica. Egli infatti, dimostra l'esistenza di quella logica esistente tra l'ordine corporativo e una cooperazione completa delle parti sociali, che sempre è inclusa nella sua idea di ordine corporativo.

In seguito abbiamo visto il soggiorno forzato in esilio a causa dell'avventodi Adolf Hitler in Austria, un soggiorno che servì soprattutto ad un approfondimento metodologico per la fondazione del diritto naturale e che condusse alla più grande opera di Messner Das Naturrecht ("Il diritto naturale"/1949 - 1950).7 Il modo di pensare anglosassone suggerì a Messner di cercare una fondazione più vicina all'esperienza. Sin dal 1949 potè anche continuare a essere professore di etica sociale a Vienna, restando però fedele al lavoro efficace svolto in Inghilterra ogni secondo semestre. Abbiamo poi visto la vita un po' più silenziosa dopo la guerra mondiale che servì a tanti articoli e ad altre importanti opere - fino al 1981 ci sono più di 25 libri ed opuscoli nonché più di 400 articoli. Possiamo dire che l'opera di Messner è anche essenzialmente determinata dalle condizioni della sua vita: la questione sociale degli operai, lo sviluppo industriale, il crollo delle borse (1929), una sorta di guerra civile, due guerre mondiali e l'esilio. Messner non si chiuse mai in se stesso ma desiderò sempre conoscere e considerare seriamente anche tanti progetti scientifici di altri e di fornire con questo atteggiamento di dialogo scientifico8 un modello esemplare per tutte le successive generazioni di etici sociali cattolici.

B) Siccome ci troviamo davanti ad una grande mole di pubblicazioni di Messner dal 1918 fino al 1981 (cf. VII BIBLIOGRAFIA), come punto di partenza dovevamo posizionare al primo posto le grandi opere sistematiche per seguire autenticamente e precisamente il suo pensiero. Come opera sistematica chiave vale senza dubbio Das Naturrecht ("Il diritto naturale")9, che esiste già in lingua tedesca in sei edizioni spesso diverse, ampliate dal 1949 al 1966 (invariato nel 1984 e 2001), tradotto in diverse altre lingue (per esempio inglese, spagnolo, giapponese), quale manuale di etica sociale, di etica statale e di etica dell'economia, e che sia a causa della sua parte fondamentale per la fondazione dell'etica giusnaturalista sia a causa delle regole per l'applicazione del diritto naturale, si presenta complessivamente come vera somma del diritto naturale. Altrettanto importante ci pare la prima grande opera di Messner, Die soziale Frage ("La questione sociale"), già uscita prima della seconda guerra mondiale (cinque edizioni dal 1934 al 1938 e complessivamente sette diverse, ossia ampliate edizioni fino al 1964, nuova edizione critica preparata per il 2002/2003). Inoltre, per il periodo anteriore alla seconda guerra mondiale occorre considerare il lavoro per l'abilitazione di Messner Sozialökonomik und Sozialethik ("Economia sociale ed etica sociale", due edizioni 1927 e 1929, edizione critica 2001), che indica chiaramente il realismo socio-economico di Messner, e poi l'opera singolare per la sua visione integrale e completa, Die Berufständische Ordnung ("L'ordine corporativo", 2 edizioni 1936 e 1937) costituente un tentativo nuovo di vedere un ordine sociale-realistico della società strutturata sulla base di princípi fondamentali del diritto naturale e conseguentemente (ossia indirettamente) anche dello stato. Del periodo dopo la seconda guerra mondiale dobbiamo menzionare ancora un'opera amata da Messner stesso, la Kulturethik ("Etica della cultura", 2 edizioni 1954, edizione invariata 2002)10 con la sua fondazione attraverso l'etica dei princípi e l'etica della personalità, e l'opera moderna Der Funktionär ("Il funzionario", 1961)11. Partendo da queste opere sistematiche di Messner, che abbiamo visto nel loro significato anche in questa tesi, ho dovuto controllare qualche centinaia dei suoi preziosi contributi scientifici. Nell'interpretazione mi sono spesso fidato delle pubblicazioni del successore di Messner alla sua cattedra a Vienna, Rudolf Weiler, e altrettanto del sociologo Alfred Klose, amico di Messner, e naturalmente dell'intero lavoro della Johannes-Messner-Gesellschaft ("Società di Johannes Messner") in Austria e Giappone, che è riuscita a ripubblicare recentemente opere importanti di Johannes Messner.12


C) Nel capitolo II "LA TEORIA DEL DIRITTO NATURALE IN JOHANNES MESSNER", parte principale della tesi, che si occupa del fondamento della sua teoria del diritto naturale, abbiamo cercato di seguire la via sistematica di Messner e speriamo di aver presentato questo fondamento in un modo comprensibile, sulla base di tutte le fonti possibili. Già il titolo dato all'intera tesi evidenzia il centro di ricerca di tutta la vita di Messner. Sin dall'inizio era chiaro per lui che non può esistere un'etica giusnaturalista che non sia per la sua intera essenza anche etica sociale, e viceversa non può esistere un'etica sociale che non sia per la sua intera essenza etica del diritto naturale.13 L'oggetto della scienza del diritto naturale è l'ordine della società come quintessenza di diritti e di obblighi nei rapporti interpersonali. Messner stesso sottolinea che la sua dottrina sull'uomo e i conseguenti princípi etici non vengono dedotti da alcuni concetti, ma vogliono essere evinti da un'analisi della realtà e dell'esperienza. Molti capitoli del suo Naturrecht sono dedicati a questo scopo.

Messner dichiara di usare la parola tedesca Trieb (ossia istinto / inclinazione / impulso) sia per gli impulsi spirituali sia per gli impulsi corporali. Il comportamento che si pretende dall'uomo attraverso la realtà piena della sua natura si determina secondo i fini preindicati negli impulsi spirituali e corporali della sua natura, detto brevemente, si determina secondo la "giustezza dei fini" (Zweckrichtigkeit). E poiché questi preindicati fini degli impulsi vanno sempre realizzati in autodeterminazione (libertà) nelle date circostanze, e poiché gli stessi fini condizionano così la caratteristica dell'esistenza umana, Messner li chiama fini esistenziali (existentielle Zwecke)14, il che sarà un concetto fondamentale per la sua etica quale criterio di moralità. "La legge morale naturale è la legge della sua natura spingendo al suo auto-adempimento essenziale attraverso il suo impulso di fortuna come impulso fondamentale."15 Il risultato è che la legge naturale umana è il modo d'effettuarsi della natura dell'uomo secondo le pretese della sua realtà piena, cioè ciò che deve significare per lui realizzazione essenziale della vita e così realizzazione della felicità.

L'uomo in fase di crescita diventa cosciente di dover evitare una serie di comportamenti non soltanto perché essi contrastano con il modello di vita abituale. L'uomo sente il giudizio della coscienza come divieto o comando. Indotto dalla comprensione che anche gli altri tendono verso l'autorealizzazione come lui stesso, l'uomo riconosce che il modello di comportamento formato nella famiglia è anche il presupposto per un'esistenza soddisfacente di ognuno nella società più grande. L'obiezione, che proprio nelle esperienze di fatto (viste da Messner) fosse già incluso (almeno implicitamente) un concetto prefissato della natura umana, non è vera. L'analisi della tensione verso l'autorealizzazione dell'uomo dà certo la possibilità di riconoscere induttivamente alcuni aspetti fondamentali della natura umana e la possibilità di trarre conclusioni in riferimento alla natura dell'uomo, perché la natura di ogni cosa si rivela attraverso il suo modo d'effettuarsi. Messner, però, non parte da un concetto prefissato della natura dell'uomo quale fondamento di una conoscenza deduttiva del diritto naturale, ma parte da ciò che appare chiaro all'uomo dalla sua esperienza diretta.

Attraverso l'esperienza l'uomo impara regole di comportamento tra le quali si trovano dunque quelle pretese dalla giustizia, pretese infatti dal modello di comportamento della comunità familiare. Alla ragione che riflette, queste regole si presentano come evidenti nella loro necessaria validità universale per il pieno-umano essere, non si dimostrano cioè soltanto valide per l'autorealizzazione di tutti nella comunità familiare, ma altrettanto per l'esistenza pieno-umana di tutti nella società più grande. Questi princípi rappresentano giudizi "sintetici" a priori perché sono condizionati dall'esperienza e sono poi direttamente evidenti come presupposto dell'esistere umanamente degno per tutti.

Messner ritiene che la sua esposizione sulla realtà e sulla conoscenza del diritto naturale sia una via nuova, probabilmente per qualcuno anche sorprendente. Certo, Messner si riferisce ripetutamente ai grandi esponenti della dottrina giusnaturalistica tradizionale, sottolineando anche come in S. Agostino, in S. Tommaso e nella scolastica fossero rimaste aperte questioni essenziali. L'analisi di Messner (nell'ambito della teoria scientifica) trascende in alcune direzioni le prese di posizione precedenti, anche quella di S. Tommaso. Innanzitutto - come appena visto - i princípi elementari essenziali e normativi per il comportamento umano non vengono visti come giudizi "analitici" a priori che risulterebbero dalla conoscenza di concetti (per esempio genitori - ubbidienza). Inoltre, l'esperienza, che forma il presupposto indispensabile per ogni conoscenza, riceve la sua collocazione anche nella comprensione dei princípi elementari etici e giuridici. E, inoltre, l'ordine dell'essere viene visto da Messner nella sua piena efficacia perché l'origine del modello di comportamento è ricondotto al modo d'effettuarsi della natura umana nel tendere di ogni membro della famiglia verso l'autorealizzazione. E finalmente, con il concetto di autorealizzazione è aperta una visuale che mantiene in primo piano il tendere direttamente apprensibile (erfahrbar) dell'uomo e che anche al non-credente dà una possibilità di comprendere il pensiero del diritto naturale partendo dall'uomo (senza che sia necessario negare l'idea del creatore della natura umana).

Già nel 1961 il futuro cardinale Höffner poté perciò riassumere perfettamente il contributo di Messner16 ad una migliorata fondazione del diritto naturale, e dobbiamo sottolineare l'esatezza delle osservazioni di Höffner anche oggi, dopo le ricerche eseguite avendo esaminato i testi originali di Messner:

1. La nuova fondazione induttivo-ontologica:17 rispetto alla fondazione empirico-storica, che vuole provare il diritto naturale come realtà universalmente umana, e rispetto alla fondazione tradizionale, che deduce il diritto naturale dalla lex aeterna, Messner sottolinea coscientemente la prova induttivo-ontologica dalla natura dell'uomo quale essere familiare. Così il diritto naturale appare come ordine dell'esistenza umana.18 Per Messner è chiaro che la tradizionale dottrina giusnaturalistica deve essere perfezionata, attraverso un'estesa analisi ontologico-metafisica, attraverso un'esposizione dei fini propri e insiti nella natura dell'uomo e attraverso l'interpretazione della legge naturale non soltanto come comando della ragione, ma anche come modo d'effettuarsi. Secondo la concezione di Messner la legge morale naturale è essenzialmente di natura dinamica, perché spinge come impulso di coscienza e come impulso di tensione (Strebensantrieb) verso la realizzazione permanente dell'ordine naturale nella vita personale e sociale.

Soltanto dopo lunghi sforzi Messner trova la soluzione per superare la limitazione del diritto naturale all'apriori morale-giuridico della ragione, attraverso il concetto fondamentale dei fini esistenziali, nei quali appare sia l'ordine dell'essere sia il condizionamento per la sua realizzazione. E Messner sa benissimo che la fondazione ontologica del diritto naturale deve essere difesa con gli stessi sforzi contro teorie esistenzialiste, neo-nominalistiche, sociologistiche, formalistiche e evoluzionistiche.

2. Il nuovo modello di conoscenza del diritto naturale:19 il pensiero molto originale di Messner è importantissimo e attiene all'uomo che ottiene le conoscenze essenziali del diritto naturale originariamente e immediatamente nella situazione sociale fondamentale della comunità familiare, in cui si possono dimostrare infatti tutti gli elementi del diritto. Questo pensiero di Messner è troppo poco considerato nella dottrina giusnaturalistica cattolica. E Messner lamenta come l'antropologia filosofica abbia visto troppo l'uomo quale essere singolo e che nel caso in cui l'uomo viene guardato come essere sociale, per esempio nella scolastica influenzata anche da Aristotele, i rapporti verso lo stato siano al primo posto. Però, molto più originariamente l'uomo è al primo posto come essere familiare, perché i fondamenti della sua esistenza pieno-umana gli vengono forniti solo attraverso la famiglia.

Così diventa chiaro che l'esperienza di coscienza e di essere, la conoscenza di princípi e la conoscenza dell'essere sono già collegati indissolubilmente nella loro radice, cosicché la legge naturale è efficace originariamente sia nel suo aspetto ontologico-oggettivo sia altrettanto nel suo aspetto psicologico-soggettivo. E gli elementari princípi morali e giuridici non vengono affatto riconosciuti come princípi astratti ossia formali, ma sperimentati concretamente e oggettivamente nella comunità familiare, cosicché la conoscenza dell'ordine di essere è collegato con l'ordine di ragione sin dall'inizio, intimamente e indissolubilmente. I princípi del diritto naturale, che sono di essenza universalmente umana e indipendenti dalla storia, vengono innanzitutto vissuti nella comunità familiare e sono perciò determinati di un contenuto sin dall'inizio, e poi vengono riconosciuti altrettanto nella loro essenza di verità universale e nella loro validità assoluta. Questi princípi fondamentali non sono innati alla ragione, ma la rispettiva predisposizione che ha bisogno della formazione, come tutte le predisposizioni corporali e spirituali.

3. L'accentuazione della considerazione storico-sociologica:20 Messner si può riferire giustamente anche alla dottrina tradizionale giusnaturalistica21 applicando nella presentazione del suo sistema di diritto naturale accanto alla considerazione ontologica anche il metodo della considerazione sociologica e storica. Al riguardo Messner presuppone che i princípi giuridici del diritto naturale assoluto (originario - primario - elementare) possiedono una validità indipendente dal tempo e dagli uomini. Discorso diverso vale per le forme del diritto condizionate dal diritto naturale, le quali non sono immutabili (cf. l'opinione della romantica sociale). Qui Messner osserva giustamente che si deve considerare anche il legame del pensiero giusnaturalistico della scolastica dell'alto e tardo medioevo con lo spirito del tempo, e che recentemente una famosa rivista cattolica avrebbe rifiutato un articolo a causa della terminologia "diritto naturale variabile".

Il diritto naturale applicato che risulta dai princípi generali, collegati con la conoscenza della natura della cosa da riconoscere nelle condizioni concrete, è ampiamente diritto naturale in statu nascendi e misurato dal punto di vista dei princípi del diritto naturale originario è sempre imperfetto e carente. Pertanto non può essere compito della dottrina giusnaturalistica di elaborare progetti o testi di legge con una pretesa di validità esclusivamente legittimato attraverso il diritto naturale. D'altra parte Messner mostra convincentemente che ogni ordinamento giuridico positivo porta in sé diritto naturale, sebbene non il diritto naturale nella realizzazione piena perché la legge naturale è vulnerata nella sua efficacia, fatto questo sempre tenuto in conto dalla dottrina tradizionale. E Messner applica questo pensiero anche all'ambito dell'economia, per la quale valgono norme del diritto naturale con particolare riferimento al fine oggettivo dell'economia, nonostante un legame al tempo concreto e lo scambio economico permanente. Messner dunque avverte che non si dovrebbe parlare di una trascendenza del diritto naturale, perché il diritto naturale è immanente all'ordine giuridico concreto. Altrimenti ci sarebbe il pericolo di esiliare il diritto naturale dal diritto in senso proprio e di farne solamente una mera idea di giustizia.

Nella parte strettamente giusnaturalistica ho provato dunque a spiegare il concetto del diritto naturale stesso, esponendo alcune differenze scelte secondo la concezione di Messner nei confronti della dottrina tradizionale e anche punti in comune con alcuni tentativi più recenti di una teoria del diritto naturale nei tempi di Messner. Poi vengono considerati soprattutto la realtà e i modi d'effettuarsi del diritto naturale quale diritto naturale primario (evidente - elementare) oppure secondario (applicato) e dunque i princípi giuridici primari, secondari e terziari, che secondo Messner devono essere distinti chiaramente dalle vere norme giuridiche.

Possiamo dire che il diritto naturale rappresenta un patrimonio di diritti che spettano all'uomo in forza della sua natura; e diritto naturale significa anche la dottrina del diritto naturale come scienza. I diritti naturali consistono nelle competenze proprie nell'agire e nel non-agire del singolo uomo e delle unità sociali (comunità familiare, dello stato e della comunità dei popoli). Come competenze proprie sono diritti soggettivi; il nome "diritto naturale" indica però la sua fondazione nella natura dell'uomo e così nella volontà del creatore, per cui si tratta di diritto oggettivo, cioè non lasciato all'arbitrarietà dell'uomo o della società. La fonte dell'obbligo (Verpflichtungsgrund) del diritto naturale risiede nella legge morale naturale a cui appartiene il diritto naturale quale parte concernente la vita sociale (mitmenschliches Leben). Il contenuto elementare (fondamentale) di questa legge e la sua essenza obbligatoria ("dovresti" - ein Sollen) vengono rivelati (kundgetan) all'uomo attraverso ragione e coscienza.

L'ambito di esperienza del diritto naturale è, innanzitutto, l'esperienza interna, consistente nella coscienza di verità direttamente riconoscibili in base alle quali gli uomini sono dotati di certi diritti inalienabili dal loro creatore. Si aggiunge l'esperienza esterna, il cui oggetto è formato dai costumi giuridici e dalle istituzioni giuridiche dei popoli nonché le loro differenze, incluse le deviazioni (dal diritto naturale - Naturrechtswidrigkeiten) che devono essere spiegate. Tali differenze, secondo le quali la coscienza direbbe differenti cose a differenti popoli, dimostrano che la dottrina del diritto naturale non si può limitare al sentimento giuridico, al senso della giustizia e alla ragione giuridica come elementi fondamentali, perché tutti questi valori sono suscettibili di errore. Anzi è compito principale della dottrina del diritto naturale di rintracciare il fondamento d'essere e simultaneamente il criterio (la causa di determinazione - Bestimmungsgrund) del diritto e dei diritti.

Il fondamento d'essere (Seinsgrund) del diritto naturale forma la natura stessa dell'uomo con la dipendenza del suo sviluppo verso il pieno-umano essere dal collegamento sociale e dal regolamento di questo collegamento secondo le pretese della dignità umana. In questa dignità umana, che si fonda sul fatto che l'uomo è dotato di ragione e coscienza, si trova la fondazione ontologica del diritto naturale. La dignità umana è anche il criterio universale del diritto e delle pretese di giustizia nel senso dell'esigenza dell'uomo di realizzare i bisogni fondamentali psichici e fisici. La fondazione metafisica risiede nella volontà del creatore della natura umana e nella legge morale naturale che viene preindicato dal creatore alla ragione. Perciò l'uomo partecipa alla "legge eterna" (= alla sapienza di Dio ordinando tutto - cf. S. Tommaso). Il diritto naturale ha l'essenza del diritto nel senso proprio perché è causa di competenze e di pretese giuridiche. Questo avviene in misura tale che le leggi dello stato in contraddizione al diritto naturale non possono raggiungere una forza giuridica obbligatoria nella coscienza restando così soltanto istituzioni forzate (cf. lo stato totalitario).

D) Nel seguente capitolo III "I FONDAMENTI DELL'ETICA SOCIALE IN JOHANNES MESSNER E L'APPLICAZIONE DELLA SUA DOTTRINA DI DIRITTO NATURALE" si trattano alcuni esempi molto concreti dell'applicazione del diritto naturale quale etica sociale. Nell'introduzione viene chiarito che cosa Messner abbia sempre inteso con i concetti di riforma sociale e di questione sociale. Abbiamo potuto già vedere brevemente nei capitoli precedenti l'esempio del corporativismo e l'importanza della comunità familiare per la fondazione del diritto naturale. Come primo esempio d'applicazione fondamentale vengono pertanto scelti coscientemente il matrimonio e la famiglia. Le questioni scelte dell'etica dello stato, dell'etica sociale e dell'etica dell'economia dovrebbero servire a completare il quadro dell'immagine di un diritto naturale applicato e dei rispettivi princípi terziari della giustizia secondo la prospettiva di Messner. Le questioni di un governo autoritario e della costituzione statale ci richiamano molto bene le sue determinazioni teoriche di cui al capitolo V e al capitolo I.

E) Mentre Messner prima del 1938 aiutò evidentemente i vescovi austriaci e il loro annuncio sociale con formulazioni dirette, condizionate dalla sua interpretazione sociale-realistica delle encicliche Rerum novarum e Quadragesimo anno, dopo la guerra ebbe chiaramente un influsso generale e mondiale attraverso la sua sistematica somma sociale (cf. al primo posto Das Naturrecht e Die soziale Frage) quale fondazione giusnaturalistica e punto di riferimento di un'ulteriore sviluppo di una dottrina sociale della Chiesa. Nel capitolo IV "JOHANNES MESSNER E L'EVOLUZIONE DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA CATTOLICA" si vede anche chiaramente Messner pronunciarsi sempre contro un riferimento troppo teologico per la fondazione della dottrina sociale cattolica. Non si dovrebbe dimenticare che una teologia sociale per la discussione di problemi sociali può soltanto trovare risonanza in una società ideologicamente pluralista, in quanto c'è la fede da cui nasce, mentre una dottrina sociale principalmente fondata sul diritto naturale, rinnovato nel senso di Messner, normalmente non conosce questo problema, seguendo evidentemente la logica dell'enciclica Pacem in terris. Nonostante la "suggestione" del chiaro titolo dell'opera principale di Messner ("Il diritto naturale"), egli invece partecipò vivamente alla discussione sulla determinazione della dislocazione di una teologia sociale cattolica.22 Secondo le ricerche di Messner, dalla rivelazione sovrannaturale non nasce nessuna cosa essenziale per l'interpretazione dell'uomo nella sua esistenza sociale, che non sia già riconoscibile alla conoscenza naturale. E Messner era sicuro di corrispondere con questa sua concezione alla tradizione di tutta la dottrina sociale cristiana. Secondo Höffner era comunque merito di Messner l'aver mostrato la via per l'ulteriore discussione, grazie alla sua delimitazione chiara della formulazione della questione. Si trattatava finalmente della domanda se la dottrina cattolica sociale avrebbe potesse essere sviluppata (sopra il diritto naturale indispensabile) anche in categorie specificamente teologiche (per esempio creazione, peccato originale, redenzione, popolo di Dio, dimensione sociale del peccato, storia della salvezza, avvento del Signore, sopraffazione della storia mondiale). Secondo Messner lo spirito umano può vedere (soltanto) più chiaramente grazie alla rivelazione e alla fede. L'enciclica Pacem in terris di B. GIOVANNI XXIII avrebbe evidenziato molto bene una funzione fondamentale del diritto naturale: di rendere possibile una comunicazione tra tutti gli uomini nelle questioni fondamentali dell'ordine sociale. Non "deve propriamente vedere la dottrina sociale cristiana come tale ... uno dei compiti più importanti nel rendere riconoscibile il suo proprio diritto naturale ontologicamente, antropologicamente (sia da parte dell'individuo, sia da parte della società) e così con tutti i mezzi delle scienze umane e sociali, cosicché questo diritto naturale diventa il fondamento dell'intesa dentro la società e a base internazionale nelle questioni dell'ordine di giustizia, e perciò la coscienza del diritto naturale può adempiere sempre più efficacemente e universalmente alla sua funzione nell'opinione pubblica della società e del mondo?"23 Tanti altri contributi di Messner anche come risposte a critici (cf. anche il capitolo V) e altrettanto il piccolo compendio popolare sulla dottrina sociale cristiana elaborato nel 197924 mostrano molto bene che Messner ha sempre difeso la fondazione giusnaturalistica rinnovata della dottrina sociale, sulla base delle sue conoscenze scientifiche sulla legge naturale dell'uomo quale essere familiare con fini esistenziali.

F) Nel capitolo V "CRITICHE - RISPOSTE - PROSECUZIONE DELL'OPERA DI MESSNER" abbiamo dato conto di estratti scelti di critica ricevuta, sia in riferimento alla persona di Messner (prima della seconda guerra mondiale), sia in riferimento a singole opere ossia all'opera intera di Messner, riferendosi sempre alla concezione di un diritto naturale come appena illustrato. Abbiamo riferito inoltre le risposte autentiche fornite dallo stesso Messner, che possiamo definire come critica della critica. Si tratta anche della discussione interessante con quella teologia morale tedesca, che era parzialmente dell'opinione di poter operare senza una fondazione giusnaturalistica tradizionale e la quale sembrava scegliere così nuovi "sistemi sostitutivi". Possiamo concludere pertanto che Messner è rimasto fedele alla sua impostazione sociale-realistica di un rinnovamento e di una comprensione migliore del diritto naturale quale etica sociale sistematica fino alla sua morte. Pertanto non è senza motivo che in aree linguistiche completamente diverse (per esempio fondazione di una "Società di Johannes Messner" in Giappone!) sempre di più si ricorre all'opera di Messner quale fonte autorevole di informazione rispettivamente per la scienza e per la prassi del diritto naturale nella società, nello stato e anche nella Chiesa, il cui ordinamento riconosce il diritto naturale come una fonte del diritto.25

Concludiamo con un sommario incompleto di alcuni notevoli tratti caratteristici del pensiero di Messner oppure di alcuni punti importanti per una giusta valutazione della sua opera:

1. Un grande vantaggio della dottrina giusnaturalistica di Messner deriva dal fatto che può essere compresa alla luce della ragione naturale da tutti gli uomini e da tutti i popoli, indipendentemente da una personale convinzione religiosa. Questa concezione gli sembrò necessaria perché tutti gli uomini possano cooperare sempre di più, e così la questione dei fondamenti dell'ordine sociale sarà sempre più importante. L'opera di Messner è determinata dalla questione circa quali presupposti scientifici e quali metodi conducano alla migliore conoscenza della verità e dunque alla soluzione migliore dei gravi problemi sociali. Sappiamo già bene, che Messner ha sviluppato l'ingresso dell'esperienza della sua etica giusnaturalistica in riferimento al criterio della moralità attraverso il ritorno alla dottrina delle inclinationes naturales di S. Tommaso26 con il concetto dei fini esistenziali (existentielle Zwecke).27 A base delle realtà di vita individuali e sociali, questi fini danno all'uomo diritti e obblighi di seguire gli obiettivi ad essi corrispondenti, secondo i suoi bisogni. Così è vinto da una parte un inalienabile deposito di essere della cultura umana e d'altra parte un fondamento di valori per una ponderazione di beni (per una giusta comprensione cf. i capitoli II.2.2.2 e II.2.2.3) nella cultura sociale (tutto questo secondo Messner si può chiamare l'universalismo dell'etica tradizionale)28. Nel solco della dottrina tradizionale giusnaturalistica e in riferimento a termini della fenomenologia, Messner ha compreso la legge naturale morale molto dinamicamente29 come un tendere verso valori (Wertstreben). Messner scrive a proposito della legge naturale che essa non è solo l'ordine della ragione nel senso di una cognizione di princípi, che si rivela nella coscienza (un'unilateralità da ricondurre fino a S. Tommaso e a S. Agostino), ma la legge naturale è altrettanto un ordine d'effettuarsi, orientando attraverso l'inclinazione naturale-umana di tendere (verso valori ossia verso la felicità - Strebevermögen, Wertstreben, Glückstrieb) verso un ordine dell'essere pieno-umano nella convivenza e altrettanto verso la cognizione dei princípi stessi della morale conoscenza razionale, i quali dopo questo sviluppo di esperienza vengono poi compresi come in sé certi e in tal modo come universalmente validi. Già nel 1954 sviluppa questa sua dottrina della cognizione morale e raggiunge il risultato che tutte le verità morali elementari sono giudizi sintetici a priori.30 E non dobbiamo dimenticare di nuovo, che la fondazione della sua dottrina del diritto naturale risiede specialmente nel fatto che l'ordine d'esistenza dell'uomo si trova nella vita familiare31, sia riguardo al lato individuale, sia riguardo al lato sociale. L'uomo per sua natura è un essere familiare, e così Messner crea il collegamento dell'argomentazione giusnaturalistica con il riferimento alla natura della cosa e, dunque, con la giustezza oggettiva nella realtà sociale e nella cultura della vita, partendo dalla personalità e socialità dell'essere umano.

2. Messner scopre molto presto che per la soluzione della questione sociale, l'etica sociale ha bisogno di un intenso confronto con le scienze sociali.32 Così collega originariamente queste scienze trascendendo una mera scienza sociale empirica e trascendendo anche una mera "teologia sociale"; in questo modo egli riconosce espressamente una sua vocazione personale di prete nell'ambito delle scienze sociali. Al riguardo non elabora soltanto un aspetto, ma una concezione integrale tra individualismo e collettivismo. Sin dal tempo in cui il pensiero sociologico si era espresso in favore di certi "sistemi sociali", per Messner è chiarissimo che nel diritto naturale non c'è nessun proprio sistema sociale come ordine dettagliatamente determinato per l'ordinamento giuridico, per lo stato e per l'economia. Ecco perché anche le opere di Messner, prima del 1938, sono degne di essere studiate in quanto non vi troviamo una cosiddetta irrealistica "terza via", ma piuttosto tentativi realistici di applicare princípi d'ordine universalmente validi. Inoltre Messner è convinto che attraverso la rivelazione sovrannaturale non si può evincere nessuna cosa essenziale per l'interpretazione dell'uomo nella sua esistenza sociale che non sia già raggiungibile dalla cognizione naturale; ciò in quanto la legge morale cristiana non aggiunge niente alla legge naturale nella sua rilevanza complessiva per l'ordine sociale. Ecco perché si deve affrontare il discorso con metodi filosofici; e nell'ambito dell'etica economica si devono particolarmente considerare le conoscenze della scienza economica sociale. A. F. Utz indica Messner (non essendo stato però teologo conciliare) anche come precursore della costituzione conciliare Gaudium et spes (1965)33 con la sua approvazione della giusta autonomia (Eigengesetzlichkeit) del mondo profano.34 E Messner non si è mai fatto sfuggire il concetto, che l'uomo creato per la libertà porta in sé la ferita del peccato originale, "che continuamente lo attira verso il male e lo rende bisognoso di redenzione. Questa dottrina ... ha anche un grande valore ermeneutico, in quanto aiuta a comprendere la realtà umana."35

3. Considerando l'etica economica36, Messner può essere considerato un pioniere dell'etica delle istituzioni del sistema economico concorrenziale. Innanzitutto Messner guarda la società come organizzazione per utilizzare vantaggi della cooperazione. Per l'ordine sociale c'è bisogno di istituzioni, attraverso le quali si dà un orientamento sicuro delle attività individuali verso il fine comune. Chiaramente l'economia moderna è essenzialmente economia monetaria (Geldrechnungswirtschaft), e per utilizzare gli stimoli del denaro per il bene comune è necessario la concorrenza ordinata che secondo Messner è il mezzo più importante contro le rendite parassite e usurarie. Ma proprio a causa del pensiero concorrenziale si è rivolto contro un ordine economico pienamente liberista. L'errore dell'economia liberista è la fiducia nell'idea che la concorrenza ha bisogno soltanto della sua libertà perfetta per adempiere a questa funzione di ordine; in realtà la concorrenza ha bisogno di un quadro ordinato. Questa conconrrenza ordinata nel mercato libero possiede infatti una funzione sociale e così l'economia di mercato deve essere sempre di più compresa quale parte della cooperazione sociale. La speranza del socialismo economico di sostituire semplicemente questa funzione ordinativa della concorrenza con la programmazione, la direzione e il controllo centrale è illusoria. Le istanze dell'etica sociale devono essere realizzate normalmente in conformità al sistema, mentre i cambiamenti istituzionali dovrebbero rimanere entro il quadro della "legalità" della vita economica odierna, se vogliono produrre anche un successo. In questo senso la teoria dell'economia sociale ha il significato di un correttivo per l'etica sociale, cioè di guardare precisamente se le pretese affermate nel nome dell'etica sociale siano effettivamente fondate nella legge morale e nel diritto naturale. Può capitare troppo facilmente che postulati ovvi, alla luce di una riflessione sui riferimenti economici, risultino parzialmente o pienamente impossibili nella loro realizzazione o perfino in forma tale da non risultare realmente fondati sulla legge morale.

4. Una questione difficile è l'interpretazione dell'enciclica QA, prima del 1938, da parte di Messner: teoricamente ha sempre sottolineato che lo stato sarebbe toccato soltanto indirettamente da un ordine corporativo quale ordine sociale, ma ne ha altrettanto sottolineato i peculiari vantaggi per la forza dello stato (seguendo l'interpretazione specificamente austriaca del cancelliere Msgr. Ignaz Seipel), provocando probabilmente l'impressione di una raccomandazione della QA anche per un ordine statale, particolarmente per un rafforzamento del principio autoritario. Nonostante questa incertezza, risulta dall'insieme delle opere prima del 1938, che Messner voleva assicurare il principio democratico anche nell'ambito della via austriaca ad un cosiddetto "stato corporativo" (1934 - 1938) nel senso di un completamento della democrazia formale attraverso la democrazia sociale, indicando però anche criteri secondari come la situazione concreta, la maturità e l'utilità in riferimento ad una democrazia di partiti politici. Non dobbiamo dimenticare la posizione internazionale molto difficile dell'Austria a causa delle pressioni da parte della Germania nazista. Sarebbe pertanto ingiusto di classificare le sue attività per il governo austriaco e anche la sua concezione sottile e realistica di ordine corporativo come "austro-fascismo", avendo Messner contemporaneamente analizzato criticamente ogni forma di totalitarismo e di idealismo politico.37

5. Possiamo dire, che soprattutto l'opera Kulturethik ("Etica della cultura") del 1954 non è stata ancora valorizzata nella sua originalità né come possibile punto di partenza per altre ricerche.38 Quest'opera si concentra di meno sull'ordine della convivenza umana per dedicarsi piuttosto all'uomo stesso, il quale come personalità morale (sittliche Persönlichkeit) è l'origine, portatore e contemporaneamente il fine della vita sociale. Nei confronti di progetti estetici che considerano la cultura quale area senza etica, Messner ha osservato anche che la cultura ha bisogno di una fondazione etica. Cultura come forma di vita significa, al riguardo, l'insieme di duraturi comportamenti degli uomini che vivono insieme in gruppi, che si sono formati attraverso comuni convinzioni e atteggiamenti sociali. Non per ultimo l'attenzione di Messner per un umanesimo universale e sociale si esprime nella sua proposta di un minimo culturale di esistenza, che dovrebbe assicurare lo sviluppo culturale dell'individuo. Se ci fossero mai tentativi pratici e reali di una nuova "edificazione" culturale, questi dovrebbero essere e sarebbero convergenti sulla visione di Messner. Quanto più una cultura è ingarbugliata o distrutta, tanto più perde il kairós: Messner sembra essere stato un "apostolo" del kairós. Molto impressionante è anche il collegamento dell'attività scientifica con la spiritualità cristiana nella persona di Messner stesso. Non solo i suoi contributi spirituali39 indicano che l'uomo è capace di riconoscere e di accettare fini prestabiliti nonché di organizzare sistematicamente la vita personale anche con fini propri prescelti. L'uomo è infatti chiamato ad ordinare tutto verso il fine ultimo.

Nelle sue parole di ringraziamento per il Premio della Fondazione Internazionale Humanum (1980)40 Messner disse: "Nessuna scienza, neanche la dottrina del diritto naturale, deve segnare il passo. Deve cercare di elaborare più verità, anche più comprensibile: la mia attività scientifica mirò a questo. S. Tommaso fu un culmine, ma non il termine ultimo, ecco perché cercai di sviluppare ancora la sua dottrina."41 All'inizio aveva dichiarato che il suo compito di vita era presentare la verità del mondo morale e giuridico in tal modo da poter essere compresa e accettata dall'uomo moderno. Il ritorno del diritto naturale è importante perché oggi non sembra più chiaro il rapporto dell'uomo alla natura, la sua posizione nella natura e neanche il rapporto dell'uomo alla società, non per ultimo a causa degli sviluppi scientifici e tecnici. E a causa del dominante positivismo42, empirismo e del pensiero anti-metafisico l'uomo ha difficoltà con la questione della verità. Al riguardo la dottrina del diritto naturale rinnovata nel senso di Johannes Messner è senza dubbio una fonte di orientamento per correggere errori e sviluppi sbagliati. Ecco perché Messner non ha dimenticato di continuare a sviluppare l'analisi della questione sociale spaziando dalla questione degli operai nella società industriale ai problemi della pace, della giustizia e della sicurezza, culminando nella nuova questione sociale dei paesi in via di sviluppo in relazione alla mancata creazione di un ordine del bene comune per l'intera umanità.43



1 Cf. J. MESSNER, Sozialökonomik und Sozialethik. Studie zur Grundlegung einer systematischen Wirtschaftsethik, Paderborn 1927 (= GÖRRES-GESELLSCHAFT zur Pflege der Wissenschaft im katholischen Deutschland. Veröffentlichungen der Sektion für Sozial- und Wirtschaftswissenschaft, fasc. 1; ²1929; 3/2002).

2 Cf. IDEM, Die soziale Frage der Gegenwart. Eine Einführung von Dr. Johannes Meßner/Privatdozent an der Universität Wien, Innsbruck - Wien - München 1934 (7/1964, in preparazione l'ottava edizione 2002/2003; abbreviazione scelta dall'autore = SF).

3 Cf. IDEM, Der Staatswille des katholischen Oesterreich. Im Auftrage von Bundeskanzler Dr. Dollfuß, dargelegt von Dr. Johannes Meßner, in: DER KATHOLISCHE STAATSGEDANKE. Bericht über die katholisch-soziale Tagung der Zentralstelle des Volksbundes der Katholiken Österreichs am 29. und 30. April 1934 in Wien, Wien 1934, 100 - 105.

4 Cf. IDEM, Dollfuß, Innsbruck - Wien - München 1935, cf. anche in inglese: IDEM, Dollfuss. An Austrian Patriot, London 1935.

5 Cf. IDEM, Die berufständische Ordnung, Innsbruck - Wien - München 1936 (²1937, abbreviazione scelta dall'autore = BO 1936).

6 Ibid., 91: "Berufständische Ordnung schließt kein Wirtschaftssystem ein, ... weil sie verschiedenen Wirtschaftsweisen die rechte Ordnung geben kann."

7 Cf. IDEM, Social Ethics - Natural Law, St. Louis (USA) - London 1949 (²1965); cf. IDEM, Das Naturrecht. Handbuch der Gesellschaftsethik, Staatsethik und Wirtschaftsethik, Innsbruck - Wien 1950 (8/2001 - abbreviazione scelta dall'autore = NR); cf. IDEM, Ètica social, política y económica a la luz del Derecho Natural, tradução de Alípio Mia de Castro, Madrid - Mexico - Buenos Aires 1967.

8 Cf. per esempio J. MESSNER, Laudatio für Karl Popper anläßlich dessen Aufnahme in die Kurie für Wissenschaft und Kunst der Republik Österreich (Ehrenzeichen für Wissenschaft und Kunst), in: Karl-Popper-Nachlaß, Klagenfurt 1980, concernente il razionalismo critico di Karl Popper, vedi alcuni estratti in internet:

http://www.obing.de/zenz/hzmessne.html

9 Cf. A. F. UTZ, in: Schweizerisches Katholisches Sonntagsblatt, a. 109, n. 25 (26 giugno 1994) 9: "das bedeutendste Standardwerk auf dem Gebiet der Gesellschaftslehre", dicendo dunque che l'opera Das Naturrecht è "la più importante opera standard sul campo della dottrina sociale".

10 Cf. J. MESSNER, Kulturethik mit Grundlegung durch Prinzipienethik und Persönlichkeitsethik, Innsbruck - Wien - München ²1954 (3/2001).

11 Cf. Cf. IDEM, Der Funktionär. Seine Schlüsselstellung in der heutigen Gesellschaft, Innsbruck - Wien - München 1961; cf. IDEM, The Executive - His Key Position in Contemporary Society, St. Louis (USA) - London 1965; cf. IDEM, El Funcionario en la Sociedad Pluralista, Madrid 1962.

12 Cf. già i primi tre volumi usciti dentro A. RAUSCHER/R. WEILER (edit.), Johannes Messner, Ausgewählte Werke, come vol. 1: Johannes Messner. Kulturethik mit Grundlegung durch Prinzipienethik und Persönlichkeitsethik. Nachdruck der Ausgabe von 1954. Eingeleitet von Alfred Klose und Rudolf Weiler, München - Wien 2001; come vol. 2: Johannes Messner. Frühschriften. W. Hohoffs Marxismus. Studien zur Erkenntnislehre der nationalökonomischen Theorie. Sozialökonomie und Sozialethik. Studie zur Grundlegung einer systematischen Wirtschaftsethik. Eingeleitet von Anton Rascher SJ, München - Wien 2002 = la prima pubblicazione della tesi su W. Hohoff e la sua teoria, cf. J. MESSNER, W. Hohoffs Marxismus - Studien zur Erkenntnislehre der nationalökonomischen Theorie (Doktorarbeit), München 1925; come vol. 3: Johannes Messner. Spirituelle Schriften. Das Wagnis des Christen (In der Kelter Gottes). Das Unbefleckte Herz - Litanei und Betrachtungen nach Kardinal J. H. Newman und M. J. Scheeben. Eingeleitet von Senta Reichenpfader, München - Wien 2002.

13 Cf. MESSNER (NR 1966/84) 372, annot. 18.

14 Cf. IDEM (NR 1966/84) 42.

15 Ibid., 85: "Das sittliche Naturgesetz ist das Gesetz seiner in ihrem Glückstrieb als Grundtrieb zu ihrer wesenhaften Selbsterfüllung drängenden Natur."

16 Cf. J. HÖFFNER, Johannes Messner und die Renaissance des Naturrechts, in: HÖFFNER J./VERDROSS A./VITO F. (edit.), Naturordnung in Gesellschaft - Staat - Wirtschaft. Msgr. Univ.-Prof. DDr. DDr. h. c. Johannes Messner zur Vollendung seines 70. Lebensjahres von seinen Freunden dargeboten, Innsbruck - Wien - München 1961, 17 - 28; cf. al riguardo anche R. WEILER, Katholische Soziallehre unterwegs, in: IDEM, Herausforderung Naturrecht. Beiträge zur Erneuerung und Anwendung des Naturrechts in der Ethik, Graz 1996, 413 - 427; cf. IDEM, Logos und Ethos, in: A. KLOSE/H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Das Neue Naturrecht, Berlin 1985 , 9 - 19; cf. A. F. UTZ, Johannes Messners Konzeption der Sozialphilosophie. Die Definition der Sozialnatur und der Gesellschaft, in: A. KLOSE/H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Das Neue Naturrecht, Berlin 1985, 21 - 62.

17 Cf. MESSNER (NR 3/1958), 30, 38, 42 s., 91, 146, 219, 271, 302; cf. IDEM, Kulturethik, Innsbruck - Wien - München ²1954 (3/2001), 581.

18 Cf. IDEM, Naturrecht ist Existenzordnung, in: Archiv für Rechts- und Sozialphilosophie [Berlin], vol. XLIII, 2 (1957) 187 - 210.

19 Cf. MESSNER (NR 3/1958) 54, 274, 290, 302 ss., 317, 331.

20 Cf. ibid., 271, 298, 318 ss., 327, 350 s.

21 Cf. J. HÖFFNER, Johannes Messner und die Renaissance des Naturrechts, in: HÖFFNER J./VERDROSS A./VITO F. (edit.), Naturordnung in Gesellschaft - Staat - Wirtschaft., Innsbruck - Wien - München 1961, 22; cf. IDEM, Wirtschaftsethik und Monopole im 15. und 16. Jahrhundert, Jena 1941; cf. S. TOMMASO, S. Th. 1. II. q. 97 a. 1 e q. 95 a. 2: "quod principia communia legis naturae non eodem modo applicari possunt omnibus, propter multam varietatem rerum humanarum"; cf. F. SUAREZ, Tractatus de Legibus et Deo Legislatore, Lib. VI, c. 25, n. 3: "quia etiam ipsi homines mutabiles sunt, et propter morum, vel aliarum rerum mutationem"; ibid., n. 5: "quia in ipsi rebus facta est mutatio"; cf. L. MOLINA, De Justitia et Jure, 1593, Tr. II, Disp. 35, n.1.

22 Cf. J. MESSNER, Zur Problematik des Naturrechts in der modernen Welt, in: Hochland [München - Kempten], 42, 6 (agosto 1950) 521 - 537; cf. IDEM (NR 3/1958) 115.

23 IDEM, Der naturrechtliche Gehalt der Enzyklika Pacem in Terris, in: Die Neue Ordnung [Paderborn], a. 17 (1963) 346: "Hat dann nicht gerade die christliche Gesellschaftslehre als solche angesichts der Welt, wie sie PT vor Augen hat, eine ihrer wichtigsten Aufgaben darin zu sehen, das ihr eigene Naturrecht ontologisch, indivual- und sozialanthropologisch so mit allen Mitteln der heutigen Human- und Sozialwissenschaften einsichtig zu machen, daß es zur Grundlage der innergesellschaftlichen und der internationalen Verständigung in Fragen der Gerechtigkeitsordnung zu werden und in der öffentlichen Meinung von Gesellschaft und Welt das Naturrechtswissen immer nachhaltiger und umfassender seine Funktion zu erfüllen vermag?"

24 Cf. IDEM, Kurz gefaßte christliche Soziallehre, Berlin ²1991 (1979), oppure in internet (3/2001):

http://www.schoenstatt-mannesjugend.de/Praxis/ThemenPool/ThemMat/Christl_Soziallehre.pdf - cf. soprattutto IDEM, SF 7/1964; cf. IDEM, Sind die Naturrechtsprinzipien inhaltsleere Formeln? in: Österr. Zeitschrift für öffentliches Recht, a. XV (1965) 163 - 178; cf. IDEM, Naturrecht im Disput, in: Österr. Zeitschrift für öffentliches Recht, a. XXI (1971) 7 - 18; cf. IDEM, Zur Naturrechtsanthropologie, in: M. FISCHER (edit.), Dimensionen des Rechts? Gedächtnisschrift für René Marcic, hrsg. von M. Fischer u. a., Berlin 1974, 207 - 224; cf. IDEM, Zur Begründung der Menschenrechte, in: A. SCHEUERMANN/R. WEILER/G. WINKLER (edit.), Convivium Utriusque Iuris. Festschrift für A. Dordett, Wien 1976, 41 - 54; cf. anche per la dottrina sociale cattolica IDEM, Wirtschaftssystem und sozialer Katholizismus, in: Die Kirche in der Welt, Münster, 5, 21 (1952) 93 - 100; cf. IDEM, Was wird aus der christlichen Sozialreform? in: Wort und Wahrheit. Monatsschrift für Religion und Kultur [Wien], a. 14, fasc. 10 (ottobre 1959) 589 - 606; cf. IDEM, Die katholische Soziallehre und das Weltproletariat, in: Gesellschaftspolitische Kommentare, a. 15, n. 5 (1968) 49 - 51; IDEM, Populorum Progressio: Wende in der christlichen Soziallehre, in: Gesellschaft & Politik, a. 4 (1/1968) 16 - 24; cf. IDEM, Du und der andere. Vom Sinn der menschlichen Gesellschaft, Köln 1969 (= Kommentarreihe zur Pastoralkonstitution des II. Vatikanums, vol. 3); cf. IDEM, "Kein Rangierbahnhof des Konservativismus". Furche-Interview mit Univ.-Prof. DDr. Johannes Messner über die Problematik einer aktuellen Sozialreform, in DIE FURCHE (27 febbraio 1971) 11; cf. IDEM, Zwischen freiheitlicher Demokratie und Anarchie. Christliche Soziallehre in Liquidation? in: DIE FURCHE, n. 51/52 (18 dicembre 1971); cf. IDEM, Christliche Sozialreform in Liquidation? in: Gesellschaftspol. Kommentare, a. 19, n. 1 (1972) 5 - 6; cf. IDEM, Kath. Kirche und moderne soziale Frage, in: VERB. D. WISSENSCHAFTL. GESELLSCHAFTEN ÖSTERREICHS (edit.), Mensch und Arbeit, Wien 1973, 70 - 75; cf. IDEM, Katholische Soziallehre heute. Beiträge aus dem Rheinischen Merkur. Festgabe für Josephus Kardinal Höffner, Düsseldorf 1976, in: "Zeit im Buch", a. 31, fasc. 2 (1977) 81 s.; cf. IDEM, Entwicklungshilfe und Neue Weltwirtschaftsordnung, Köln 1978 (= Katholische Soziallehre in Text und Kommentar, n. 10).

25 Sappiamo bene che vi sono comprese non solo proposizioni di diritto naturale nell'ordinamento canonico, ma 1. si devono al diritto naturale la lievitazione e l'esplicazione della ratio legis di tanti istituti dell'ordinamento giuridico della Chiesa; 2. il diritto naturale serve perciò anche nel senso della aequitas naturalis e canonica per evitare ingiusti rigori a causa di un conflitto di doveri, 3. il diritto naturale serve quale diritto irrefutabile e dunque come correttivo, è un prezioso criterio di integrazione ed applicazione della norma positiva; cf. F. della ROCCA, Diritto naturale e diritto canonico, in: Miscellanea Taparelli, Roma 1964 (= Pontificia Universitas Gregoriana. Series Facultatis Philosophicae. Analecta Gregoriana, vol. 133), 103 - 114; cf. A. DORDETT, Das Naturrecht im Codex juris canonici, in: HÖFFNER J./VERDROSS A./VITO F. (edit.), Naturordnung in Gesellschaft - Staat - Wirtschaft. Msgr. Univ.-Prof. DDr. DDr. h. c. Johannes Messner zur Vollendung seines 70. Lebensjahres von seinen Freunden dargeboten, Innsbruck - Wien - München 1961, 423 - 436; cf. J. HERVADA, Il diritto naturale nell'ordinamento canonico, in: UNIONE GIURISTI CATTOLICI ITALIANI (edit.), Diritto naturale. Verso nuove prospettive (Relazioni del Convegno celebrato del quarantesimo dell'Unione Roma, 9 - 11 dicembre 1988), Roma 1990 (= Quaderni di Iustitia, n. 39), 89 - 106. Cf. al riguardo anche un piccolo lavoro di A. PYTLIK, Darstellung einer thomistisch inspirierten Theorie des "primären" und "sekundären" Naturrechts als gleichzeitige Untersuchung ihrer Anhaltspunkte beim hl. Thomas selbst. Triplex est gradus praeceptorum moralium. (Vgl. Sum. Theol. I-II, q. 100, a. 11), in: W. WALDSTEIN, Seminario "Ius naturale", Rom 1998, soltanto in internet: http://www.pytlik.at/natur.htm - qui particolarmente il capitolo III./2. "Diskussion einer eigentlichen Dispens vom (ehelichen) Naturrecht durch Gott bzw. einen Stellvertreter Gottes (unter besonderer Berücksichtigung der aktuellen kirchlichen Dispenspraxis)" come discussione sul diritto naturale primario e secondario in riferimento a una possibilità di una dispensa propria dal diritto naturale matrimoniale da parte di Dio oppure di un suo rappresentante.

26 Cf. S. Th. 1. II. q. 94. a. 2.

27 Cf. il capitolo II.2.2 di questa tesi, Messner menziona: l'autoconservazione incluse l'integrità corporale e la stima sociale (l'onore personale); l'autoperfezione dell'uomo in senso fisico e spirituale (sviluppo della personalità) incluse la formazione delle sue capacità per migliorare le sue condizioni di vita e anche la cura per il suo benessere economico attraverso l'assicurazione della proprietà o del reddito necessario; l'allargamento dell'esperienza, della conoscenza e della capacità d'assumere i valori del bello; la riproduzione attraverso l'accoppiamento e l'educazione dei bambini; la partecipazione benevola al benessere spirituale e materiale dei simili quali esseri umani di ugual valore; il collegamento sociale per sostenere il bene comune, che consiste nell'assicurazione di pace e ordine nonché nella possibilità dell'essere pieno-umano per tutti i membri della società con la proporzionale partecipazione alla pienezza disponibile dei beni; la conoscenza e la venerazione di Dio nonché l'adempimento finale della vocazione dell'uomo attraverso l'unione con lui; cf. J. MESSNER (NR 1966/84), particolarmente 42 e 345; cf. R. WEILER, Die "existentiellen Zwecke" im Verständnis von Johannes Messner, in: R. WEILER/V. ZSIFKOVITS, Erfahrungsbezogene Ethik. Festschrift für Johannes Messner zum 90. Geburtstag, Berlin 1981, 129-138.

28 Cf. R. WEILER, Das Naturrecht im Vergleich der Richtungen der Ethik von heute gemäß Johannes Messners "Universalismus der traditionellen Ethik", in: H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Naturrecht in Anwendung: "Johannes-Messner-Vorlesungen" 1996 - 2001, Graz 2001, 79 - 93; cf. anche A. KLOSE/A. RAUSCHER/W. SCHMITZ/R. WEILER, Werk und Würdigung von Johannes Messner, in: H. SCHAMBECK/R. WEILER (2001) 148.

29 Cf. MESSNER (NR 5/1966) 62; cf. R. WEILER, Logos und Ethos, in: A. KLOSE/H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Das Neue Naturrecht, Berlin 1985, 16; cf. IDEM, Das natürliche Sittengesetz in der Naturrechtslehre Johannes Messners, in: H. SCHAMBECK/R. WEILER(2001) 12 - 26; cf. riguardo al tendere verso i valori e all'appetitus naturae: K. HÖRMANN, art. "Natürliches sittliches Gesetz", in: IDEM (edit.), Lexikon der christlichen Moral, Innsbruck - Wien - München 1976, 1125-1150, oppure in internet: http://www.stjosef.at/morallexikon/natuerli.htm : "In der Gegenwart hat J. Messner die Erkenntnis ausgebaut, der Seinsgrund der Sittlichkeit bestehe in der Vernunftnatur des Menschen mit den Zwecken, die in ihren Trieben seiner Selbstbestimmung vorgezeichnet sind; das natürliche Sittengesetz sei Gesetz nicht nur im Sinn einer dem Menschen auferlegten Regel, sondern auch im Sinn einer dem Menschen eigenen, durch seine Natur bedingten und geordneten Wirkweise (in gewisser Ähnlichkeit mit dem Gesetzbegriff der Naturwissenschaften); das sittlich Richtige sei das Naturrichtige, das heißt das von der vollen Wirklichkeit der Natur des Menschen Geforderte (Kulturethik 1954, 35 f. 75 f. 153 f.) Die so verstandene Gesetzlichkeit trifft sich mit dem philosophischen Begriff des Naturstrebens (appetitus naturae), des Hingespanntseins eines Wesens auf die Vollverwirklichung seiner Seins- und Wirkmöglichkeiten."

30 Cf. J. MESSNER, Kulturethik, Innsbruck - Wien - München ²1954 (3/2001), 237 - 251, cioè nel capitolo della cognizione morale (sittliche Erkenntnis) dentro l'etica dei princípi (Prinzipienethik), seguendo i capitoli fondamentali sui fatti morali (sittliche Tatsachen), sulla verità morale (sittliche Wahrheit) e sull'ordine morale (sittliche Ordnung), fondando ovviamente poi l'etica della personalità (Persönlichkeitsethik) e l'etica della cultura, ecco il titolo dell'intero libro; cf. il capitolo II.2.6.1 di questa tesi.

31 Cf. IDEM, Naturrecht ist Existenzordnung, in: Archiv für Rechts- und Sozialphilosophie [Berlin], vol. XLIII, 2 (1957) 187 - 210.

32 Cf. IDEM, Die Entscheidungssituation des Sozialwissenschaftlers, in: A. KLOSE/R. WEILER (edit.), Menschen im Entscheidungsprozeß, Wien - Freiburg - Basel 1971, 161 - 170; cf. R. WEILER, Zur Wahrheitsfrage in den Sozialwissenschaften und in der Sozialethik, in: H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Naturrecht in Anwendung: "Johannes-Messner-Vorlesungen" 1996 - 2001, Graz 2001, 40 - 54.

33 Cf. già J. MESSNER, Der Weg des Katholizismus im XX. Jahrhundert, Innsbruck - Wien - München 1929 (= "Neues Reich"-Bücherei n. 6), 30 - 36, oppure in internet:

http://www.univie.ac.at/messner-gesellschaft/Weg_des_Katholizismus.pdf - cf. al riguardo anche IDEM, Du und der andere. Vom Sinn der menschlichen Gesellschaft, Köln 1969 (= Kommentarreihe zur Pastoralkonstitution des II. Vatikanums, vol. 3). Cf. la costituzione pastorale stesso sulla Chiesa nel mondo contemporaneo in internet:

http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it.html

34 Cf. in: Die Ostschweiz. Tageszeitung mit Regionalausgaben für Fürstenland/Toggenburg, Rorschach, Rheintal/Werdenberg, a. 108, n. 38 (16 febbraio 1981) 2.

35 GIOVANNI PAOLO II, Centesimus annus (1991) n. 25.

36 Cf. per questo punto J. MESSNER, Sozialökonomik und Sozialethik, Paderborn 1927 e tutte le edizioni della SF, della BO e del NR nelle parti sull'economia, su un'etica dell'economia e su un ordine economico. Cf. anche A. RAUSCHER/R. WEILER [edit.], Johannes Messner. Frühschriften. W. Hohoffs Marxismus. Sudien zur Erkenntnislehre der nationalökonomischen Theorie. Sozialökonomik und Sozialethik. Studie zur Grundlegung einer systematischen Wirtschaftsethik. Eingeleitet von Anton Rauscher SJ, München - Wien 2002; cf. W. SCHMITZ, Institutional Ethics and the Common Good, in: A. MIZUNAMI/W. SCHMITZ (edit.), The Common Good in our Changing World, Wien ²1998, 17 - 52; cf. W. SCHMITZ (edit.), Johannes Messner - ein Pionier der Institutionen- und Systemethik: mit Beiträgen zum Symposium der Johannes-Messner-Gesellschaft zur Neuherausgabe seiner Habilitationsschrift: Sozialökonomik und Sozialethik - Studie zur Grundlegung einer systematischen Wirtschaftsethik, Paderborn 1927, Berlin 1999 (= JOHANNES-MESSNER-GESELLSCHAFT, Symposium im Gedenken an Johannes Messner); cf. anche W. FREISTETTER/R. WEILER (edit.), Wirtschaften - ein sittliches Gebot im Verständnis von Johannes Messner, Berlin 2002.

37 Cf. anche A. PYTLIK, Berufsständische Ordnung oder "Ständestaat"? Wien 1993, 196 - 198, oppure in internet:

http://www.pytlik.at/messner_johannes_berufsstaendische_ordnung.htm

38 Cf. J. MESSNER, Kulturethik, Innsbruck - Wien - München ²1954 (3/2001); cf. R. WEILER, Kultur des Lebens gemeinsames Wertziel im Ethos der Kulturen, in: H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Naturrecht in Anwendung: "Johannes-Messner-Vorlesungen" 1996 - 2001, Graz 2001, 70 - 78; cf. A. KLOSE/R. WEILER, Die Stellung der Kulturethik im Werk von Johannes Messner, in: A. RAUSCHER/R. WEILER (edit.), Johannes Messner. Kulturethik mit Grundlegung durch Prinzipienethik und Persönlichkeitsethik. Nachdruck der Ausgabe von 1954, München - Wien 2001; cf. W. FREISTETTER, Anthropologie de la culture selon Johannes Messner, in: PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA, Cultures et foi - Cultures and Faith - Culturas y fe, vol. 2, n. 4/1994 in internet:

http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/cultr/documents/rc_pc_cultr_01121994_doc_iv-1994-pastor_en.html - cf. W. FREISTETTER/R. WEILER (edit.), Die Einheit der Kulturethik in vielen Ethosformen, Berlin 1993 (= JOHANNES-MESSNER-GESELLSCHAFT, Symposium im Gedenken an Johannes Messner); cf. R. PRANTNER, Kulturethik und die alternative Wertordnung des New-Age-Bewußtseins, in: A. KLOSE/H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Das Neue Naturrecht, Berlin 1985, 63-99; cf. B. WERLE, Ethik im Kontext von Kultur: das kulturethische Gedankengut Johannes Messners und dessen Beitrag für ein Gespräch mit christlich-theologischer Ethik in Afrika, Bonn - Münster 2001 (= Studien der Moraltheologie 21); cf. T. FIGL, Kultur und Ethik. Eine historisch-systematische Studie zum Begriff der "Kulturethik" bei Johannes Messner, Wien 1998; cf. anche J. M. SCHNARRER/H. YAMADA, Zur Naturrechtslehre von Johannes Messner und ihrer Rezeption in Japan, Wien 1996.

39 Cf. A. RAUSCHER/R. WEILER (edit.), Johannes Messner. Spirituelle Schriften. Das Wagnis des Christen (In der Kelter Gottes). Das Unbefleckte Herz - Litanei und Betrachtungen nach Kardinal J. H. Newman und M. J. Scheeben. Eingeleitet von Senta Reichenpfader, München - Wien 2002; cf. J. MESSNER, God's Love and Man's Suffering, London 1941 (²1943 - anche pubblicato nella scrittura Braille); cf. IDEM, In der Kelter Gottes, Innsbruck 1948; cf. IDEM, Das unbefleckte Herz - Litanei und Betrachtungen nach Kardinal J. H. Newman und Jos. Scheeben, Innsbruck 1950; cf. IDEM, The Immaculate Heart - Litany and Meditations, Cork and Liverpool, 1950; cf. IDEM, Das Wagnis des Christen. Zweite mehrfach ergänzte und erweiterte Auflage von "In der Kelter Gottes" (1948), Innsbruck - Wien - München ²1960; cf. IDEM, De Wijnpers Gods, Breda 1960; cf. IDEM, La Aventura de ser Christiana, 1965; cf. IDEM, Selbstverwirklichung ist gefragt, Freiburg - Konstanz 1988 (= articoli dell'anno 1973 nella Wiener Kirchenzeitung); cf. IDEM, Nachkonziliares Tabu. Wer verzeiht den Heiligen? in: DIE FURCHE, n. 46 (13 novembre 1971) 10; anche in: Schweiz. Kath. Wochenzeitung, n. 44 (20 novembre 1987) 6; cf. IDEM, Heiligheid: een taboe? Een artikel over de vraag wat "heiligheid" eigentlijk is, in: RORATE. Roomskatholieke Radio en Televisie. Officieel Orgaan van de Stichting Sint Willibrord Omroep / R. K. Z., a.16 (1/1988) 17 - 19.

40 Cf. INTERNATIONALE STIFTUNG HUMANUM, Augustinus-Bea-Preis 1980. Der Sozialethiker und Rechtsphilosoph Johannes Messner. Leben und Werk, Bonn 1980. La sede della fondazione è a Berna (Svizzera), e dal 1983 al 1997 fu presidente A. F. Utz.

41 Cf. A. KLOSE/A. RAUSCHER/W. SCHMITZ/R. WEILER, Werk und Würdigung von Johannes Messner, in: H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Naturrecht in Anwendung: "Johannes-Messner-Vorlesungen" 1996 - 2001, Graz 2001, 146: "Keine Wissenschaft, auch nicht die Naturrechtslehre, darf auf der Stelle treten. Sie muss trachten, mehr und einsichtigere Wahrheit zu erarbeiten. Darauf zielte ich in meiner wissenschaftlichen Arbeit ab, Thomas von Aquin war ein Höhepunkt, kein Ende, daher trachtete ich, seine Lehre weiter zu entwickeln."

42 Cf. l'opinione di W. WALDSTEIN, Teoria generale del diritto. Dall'antichità ad oggi, Roma 2001, 226 s.: "Egli ha fornito con i suoi lavori indubbiamente un contributo di essenziale importanza per lo svilupoo delle conoscenze sul diritto naturale acquisite già dall'antichità. Egli ha potuto fortificare queste conoscenze anche nei confronti della critica fatta dal positivismo e ha con ciò dato un contributo decisivo per il superamento del positivismo stesso. Di ciò è testimone uno scritto in memoria di Johannes Messner edito nel 1985 da Alfred Klose, Herbert Schambeck e Rudolf Weiler con il titolo ... Il nuovo diritto naturale. Il rinnovamento della dottrina giusnaturalista da parte di Johannes Messner", cf. A. KLOSE/H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Das Neue Naturrecht. Die Erneuerung der Naturrechtslehre durch Johannes Messner. Gedächtnisschrift für Johannes Messner (+ 12. Februar 1984), Berlin 1985.

43 Cf. J. MESSNER, Entwicklungshilfe und Neue Weltwirtschaftsordnung, Köln 1978 (= Katholische Soziallehre in Text und Kommentar, n. 10).


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(Alexander Pytlik, Mag. theol. et. Dr. iur. can.)