DIRITTO NATURALE ED ETICA SOCIALE NEL
PENSIERO DI JOHANNES MESSNER (1891 - 1984)


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(Padre Alex)



Oremus.
Deus, qui, per adoptionem gratiae, lucis nos esse filios voluisti, praesta, quaesumus, ut errorum non involvamur tenebris, sed in splendore veritatis semper maneamus conspicui. Per Christum Dominum nostrum. Amen.

Sancta Maria, Sedes Sapientiae, ora pro nobis!
Sancte Thome, ora pro nobis!


PRESENTAZIONE DELLA TESI

Chiarissimi Professori, egregi signori, cari amici!

Lo scopo della mia dissertazione DIRITTO NATURALE ED ETICA SOCIALE NEL PENSIERO DI JOHANNES MESSNER fu quello di sondare i fondamenti della sua etica sociale giusnaturalistica e di fornire una valida visione d'insieme del famoso studioso austriaco. La tematica mi sembra molto attuale pensando per esempio al progetto di un Catechismo Sociale della Chiesa Cattolica e pensando alle recenti parole di Sua Santità GIOVANNI PAOLO II davanti alla Pontificia Academia pro Vita sul diritto naturale.1

A) Nel capitolo I "LA VITA E LE OPERE DI JOHANNES MESSNER (nato nel 1891 e morto nel 1984)" ho esaminato innanzitutto il suo sviluppo e i suoi studi fino al 1925. Già la situazione concreta della sua famiglia di lavoratori aveva animato un interesse vivo per le questioni sociali nel giovane Messner che voleva diventare prete. Gli studi in giurisprudenza a Innsbruck e in economia politica e sociologia a Monaco favorirono il suo realismo sociale che intendeva risolvere la questione sociale partendo dalla società esistente eliminando le cause che provocavano le tensioni sociali.

Successivamente ho descritto un periodo abbastanza difficile (dal 1925 al 1938) sia per l'Austria sia per Messner. Il suo professore di allora, Msgr. Waitz, lo chiamò ad elaborare nel 1925 una lettera pastorale dedicata alle questioni sociali. Dal 1925 al 1933 fu redattore di un settimanale di cultura, politica ed economia, in cui Messner, tra l'altro, sosteneva che la via della riforma sociale cristiana dovesse partire dal contratto collettivo di lavoro per raggiungere una comunità di lavoro. Nel 1927 riuscì a sostenere l'abilitazione alla libera docenza all'Università di Salisburgo con la sua relazione su Sozialökonomik und Sozialethik ("Economia sociale e etica sociale")2. Messner si muoveva nelle correnti realistiche del cattolicesimo sociale dell'Austria e della Germania e il suo influsso è cresciuto come scientifico sia in riferimento ai vescovi, sia in riferimento alla politica, soprattutto nella discussione sull'esperimento austriaco di costruire uno stato cristiano e corporativo con l'intenzione espressa di seguire la via della l'enciclica "Quadragesimo anno" (1931) di PIO XI.

Ho esaminato il ruolo di Messner nel periodo dei cancellieri cristiani Engelbert Dollfuß e Kurt von Schuschnigg in questo stato autoritario (dal 1933 al 1938). Ho analizzato il successo della sua prima opera molto conosciuta Die soziale Frage ("La questione sociale")3 con già quattro edizioni durante il 1934. Accanto al principio di corporazione Messner si impegna sempre a favore del principio di parità tra lavoratori e imprenditori, anche politicamente. Ma in questo periodo Messner si situa anche sullo sfondo dello stato autoritario di Dollfuß, e una volta poté rappresentarlo presso un convegno cattolico-sociale con la relazione "La volontà statale dell'Austria cattolica"4, egli però si oppose sempre alla cancellazione totale del principio democratico. Ho esaminato anche il suo entusiasmo personale per il politico sociale Dollfuß che venne assassinato nel 1934 dai nazionalsocialisti. Subito scrisse un libro, a carattere popolare5, sul cancelliere che mostrava le vere speranze di Messner circa l'esperimento della costruzione di un nuovo stato cattolico-sociale contro Adolf Hitler e soprattutto fondato su una società ordinata corporativamente.

Ho poi presentato la grande opera scientifica di Messner del 1936, Die berufständische Ordnung ("L'ordine corporativo")6 su un corporativismo "democratico" con le "comunità di professione". Con questa opera voleva definire leggi efficaci per il campo completamente nuovo della scienza sociale. L'ordine corporativo non sarebbe stato soltanto un sistema di legami; le comunità elementari di prestazione sarebbero state anche i migliori difensori dei loro diritti di libertà, anche di quelli della singola persona. Contro lo stretto concetto "stato corporativo" (Ständestaat) ha sempre manifestato riserve, indicando le due forme sbagliate, cioè l'identificazione totale di stato e società oppure il corporativismo puro che prescinde dallo stato nella sua realtà propria. Sempre appare il realismo sociale di Messner: "L'ordine corporativo non include nessun sistema economico, ... perché può dare il giusto ordine a differenti forme di economia."7 Non vuole mai proporre una cosidetta "terza via", lontana dalla realtà sociale, ma vuole mostrare le possibilità reali di applicare i princípi di ordine sempre validi.

Nel 1935 diventò professore straordinario di etica e scienze sociali a Vienna, e nel 1938 si registrò il soggiorno forzato in esilio a causa dell'avvento di Adolf Hitler in Austria, un soggiorno che servì soprattutto ad un approfondimento metodologico per la fondazione del diritto naturale e che condusse alla più grande opera di Messner Das Naturrecht ("Il diritto naturale" del 1949).8 Il modo di pensare anglosassone suggerì a Messner di cercare una fondazione più vicina all'esperienza. Sin dal 1949 potè anche continuare a essere professore di etica sociale a Vienna, restando però fedele al lavoro efficace svolto in Inghilterra ogni secondo semestre. Abbiamo poi visto la vita più silenziosa dopo la guerra mondiale che servì a tanti articoli e ad altre importanti opere - fino al 1981 ci sono più di 25 libri ed opuscoli nonché più di 400 articoli. Messner non si chiuse mai in se stesso ma desiderò sempre conoscere e considerare seriamente anche tanti progetti scientifici di altri e di fornire con questo atteggiamento di dialogo scientifico9 un modello esemplare per tutte le successive generazioni di etici sociali cattolici.

B) Nell'importante capitolo II "LA TEORIA DEL DIRITTO NATURALE IN JOHANNES MESSNER" ho cercato di seguire la via sistematica di Messner sulla base di tutte le fonti possibili. Già il titolo dato all'intera tesi evidenzia il centro di ricerca di tutta la sua vita. Sin dall'inizio fu chiaro per lui come non possa esistere un'etica giusnaturalista che non sia per la sua intera essenza anche etica sociale, e come viceversa non possa esistere un'etica sociale che non sia per la sua intera essenza etica del diritto naturale.10 L'oggetto della scienza del diritto naturale è l'ordine della società come quintessenza di diritti e di obblighi nei rapporti interpersonali. Messner stesso sottolinea che la sua dottrina sull'uomo e i conseguenti princípi etici non vengono dedotti da alcuni concetti, ma vogliono essere evinti da un'analisi della realtà e dell'esperienza.

Messner - ritornando alla dottrina delle inclinationes naturales di S. Tommaso11 - dichiara di usare la parola tedesca Trieb (ossia istinto / inclinazione / impulso) sia per gli impulsi spirituali sia per gli impulsi corporali. Il comportamento che si pretende dall'uomo attraverso la realtà piena della sua natura si determina secondo i fini preindicati negli impulsi spirituali e corporali della sua natura, detto brevemente, si determina secondo la "giustezza dei fini" (Zweckrichtigkeit). E poiché questi preindicati fini degli impulsi vanno sempre realizzati in autodeterminazione (libertà) nelle date circostanze, e poichè gli stessi fini condizionano così la caratteristica dell'esistenza umana, Messner li chiama fini esistenziali (existentielle Zwecke)12, il che sarà un concetto fondamentale per la sua etica quale criterio di moralità. A base delle realtà di vita individuali e sociali, questi fini danno all'uomo diritti e obblighi di seguire gli obiettivi ad essi corrispondenti, secondo i suoi bisogni. Così è vinto da una parte un inalienabile deposito di essere della cultura umana e d'altra parte un fondamento di valori per una corretta ponderazione di beni nella cultura13

Messner ha compreso la legge naturale morale molto dinamicamente14 come un tendere verso valori (Wertstreben). "La legge morale naturale è la legge della sua natura spingendo al suo auto-adempimento essenziale attraverso il suo impulso di fortuna come impulso fondamentale."15 Il risultato è che la legge naturale umana è il modo d'effettuarsi della natura dell'uomo secondo le pretese della sua realtà piena, cioè ciò che deve significare per lui realizzazione essenziale della vita e così realizzazione della felicità. Messner scrive che la legge naturale non è solo l'ordine della ragione nel senso di una cognizione di princípi, che si rivela nella coscienza (un'unilateralità da ricondurre fino a S. Tommaso e a S. Agostino), ma la legge naturale è altrettanto un ordine d'effettuarsi, orientando attraverso l'inclinazione naturale-umana di tendere (verso valori ossia verso la felicità - Strebevermögen, Wertstreben, Glückstrieb) verso un ordine dell'essere pieno-umano nella convivenza e altrettanto verso la cognizione dei princípi stessi della morale conoscenza razionale.

L'uomo in fase di crescita diventa cosciente di dover evitare una serie di comportamenti non soltanto perché essi contrastano con il modello di vita abituale. L'uomo sente il giudizio della coscienza come divieto o comando. Indotto dalla comprensione che anche gli altri tendono verso l'autorealizzazione come lui stesso, l'uomo riconosce che il modello di comportamento formato nella famiglia è anche il presupposto per un'esistenza soddisfacente di ognuno nella società più grande. L'obiezione, che proprio nelle esperienze di fatto (viste da Messner) fosse già incluso (almeno implicitamente) un concetto prefissato della natura umana, non è vera. L'analisi della tensione verso l'autorealizzazione dell'uomo dà certo la possibilità di riconoscere induttivamente alcuni aspetti fondamentali della natura umana e la possibilità di trarre conclusioni in riferimento alla natura dell'uomo, perché la natura di ogni cosa si rivela attraverso il suo modo d'effettuarsi. Messner, però, non parte da un concetto prefissato della natura dell'uomo quale fondamento di una conoscenza deduttiva del diritto naturale, ma parte da ciò che appare chiaro all'uomo dalla sua esperienza diretta.

Attraverso l'esperienza l'uomo impara regole di comportamento tra le quali si trovano dunque quelle pretese dalla giustizia, secondo il modello di comportamento della comunità familiare. Alla ragione che riflette, queste regole si presentano come evidenti nella loro necessaria validità universale per il pieno-umano essere, non si dimostrano cioè soltanto valide per l'autorealizzazione di tutti nella comunità familiare, ma altrettanto per l'esistenza pieno-umana di tutti nella società più grande. Questi princípi rappresentano giudizi "sintetici" a priori perché sono condizionati dall'esperienza e sono poi direttamente evidenti come presupposto dell'esistere umanamente degno per tutti.

Certo, Messner si riferisce ripetutamente ai grandi esponenti della dottrina giusnaturalistica tradizionale, sottolineando anche come in S. Agostino, in S. Tommaso e nella scolastica fossero rimaste aperte questioni essenziali. L'analisi di Messner trascende in alcune direzioni le prese di posizione precedenti, anche quella di S. Tommaso. Innanzitutto i princípi elementari essenziali e normativi per il comportamento umano non vengono visti come giudizi "analitici" a priori che risulterebbero dalla conoscenza di concetti (per esempio genitori - ubbidienza). Inoltre, l'esperienza, che forma il presupposto indispensabile per ogni conoscenza, riceve la sua collocazione anche nella comprensione dei princípi elementari etici e giuridici. E, inoltre, l'ordine dell'essere viene visto da Messner nella sua piena efficacia perché l'origine del modello di comportamento è ricondotto al modo d'effettuarsi della natura umana nel tendere di ogni membro della famiglia verso l'autorealizzazione. E finalmente, con il concetto di autorealizzazione è aperta una visuale che mantiene in primo piano il tendere direttamente apprensibile (erfahrbar) dell'uomo e che anche al non-credente dà una possibilità di comprendere il pensiero del diritto naturale partendo dall'uomo (senza che sia necessario negare l'idea del creatore della natura umana).

Vediamo dunque primo (1.) la nuova fondazione induttivo-ontologica:16 rispetto alla fondazione empirico-storica, che vuole provare il diritto naturale come realtà universalmente umana, e rispetto alla fondazione tradizionale, che deduce il diritto naturale dalla lex aeterna, Messner sottolinea coscientemente la prova induttivo-ontologica dalla natura dell'uomo quale essere familiare. Così il diritto naturale appare come ordine dell'esistenza umana.17

Vediamo secondo (2.) il nuovo modello di conoscenza del diritto naturale:18 attiene all'uomo che ottiene le conoscenze essenziali del diritto naturale originariamente e immediatamente nella situazione sociale fondamentale della comunità familiare, in cui si possono dimostrare infatti tutti gli elementi del diritto. Così diventa chiaro che l'esperienza di coscienza e di essere, la conoscenza di princípi e la conoscenza dell'essere sono già collegati indissolubilmente nella loro radice, cosicché la legge naturale è efficace originariamente sia nel suo aspetto ontologico-oggettivo sia altrettanto nel suo aspetto psicologico-soggettivo. E gli elementari princípi morali e giuridici non vengono affatto riconosciuti come princípi astratti ossia formali, ma sperimentati concretamente e oggettivamente nella comunità familiare, cosicché la conoscenza dell'ordine di essere è collegato con l'ordine di ragione sin dall'inizio, intimamente e indissolubilmente. Questi princípi fondamentali non sono innati alla ragione, ma c'è la rispettiva predisposizione che ha bisogno della formazione, come tutte le predisposizioni corporali e spirituali.

Vediamo terzo (3.) l'accentuazione della considerazione storico-sociologica:19 Il diritto naturale applicato che risulta dai princípi generali, collegati con la conoscenza della natura della cosa da riconoscere nelle condizioni concrete, è ampiamente diritto naturale in statu nascendi e misurato dal punto di vista dei princípi del diritto naturale originario è sempre imperfetto e carente. Pertanto non può essere compito della dottrina giusnaturalistica di elaborare progetti o testi di legge con una pretesa di validità esclusivamente legittimata attraverso il diritto naturale. Ho considerato la realtà e i modi d'effettuarsi del diritto naturale quale diritto naturale primario20 (evidente - elementare) oppure secondario (applicato)21 e dunque i princípi giuridici22 primari23, secondari24 e terziari25, che secondo Messner devono essere distinti chiaramente dalle vere norme giuridiche. Messner mostra convincentemente che ogni ordinamento giuridico positivo porta in sé diritto naturale, sebbene non il diritto naturale nella realizzazione piena perché la legge naturale è vulnerata nella sua efficacia. E Messner applica questo pensiero anche all'ambito dell'economia, per la quale valgono norme del diritto naturale con particolare riferimento al fine oggettivo dell'economia, nonostante un legame al tempo concreto e lo scambio economico permanente. Messner dunque avverte che non si dovrebbe parlare di una trascendenza del diritto naturale, perché il diritto naturale è immanente all'ordine giuridico concreto. Altrimenti ci sarebbe il pericolo di esiliare il diritto naturale dal diritto in senso proprio e di farne solamente una mera idea di giustizia.

Possiamo dire che il diritto naturale rappresenta un patrimonio di diritti che spettano all'uomo in forza della sua natura. I diritti naturali consistono nelle competenze proprie nell'agire e non-agire del singolo uomo e delle unità sociali (comunità familiare, dello stato e della comunità dei popoli). Come competenze proprie sono diritti soggettivi; il nome "diritto naturale" indica però la sua fondazione nella natura dell'uomo e così nella volontà del creatore, per cui si tratta di diritto oggettivo, cioè non lasciato all'arbitrarietà dell'uomo o della società. Il diritto naturale ha dunque l'essenza del diritto nel senso proprio perché è causa di competenze e di pretese giuridiche. Questo avviene in misura tale che le leggi dello stato in contraddizione al diritto naturale non possono raggiungere una forza giuridica obbligatoria nella coscienza restando così soltanto istituzioni forzate. La fonte dell'obbligo (Verpflichtungsgrund) del diritto naturale risiede nella legge morale naturale a cui appartiene il diritto naturale quale parte concernente la vita sociale (mitmenschliches Leben). Il contenuto elementare (fondamentale) di questa legge e la sua essenza obbligatoria ("dovresti" - ein Sollen) vengono rivelati (kundgetan) all'uomo attraverso ragione e coscienza. "Il diritto naturale è l'ordine delle competenze (facoltà) proprie, individuali e sociali, che sono fondate nella natura umana con le sue responsabilità proprie."26

(L'ambito di esperienza del diritto naturale è dunque, innanzitutto, l'esperienza interna, consistente nella coscienza di verità direttamente riconoscibili in base alle quali gli uomini sono dotati di certi diritti inalienabili dal loro creatore. Si aggiunge l'esperienza esterna, il cui oggetto è formato dai costumi giuridici e dalle istituzioni giuridiche dei popoli nonché le loro differenze, incluse le deviazioni (dal diritto naturale - Naturrechtswidrigkeiten) che devono essere spiegate. Tali differenze, secondo le quali la coscienza direbbe differenti cose a differenti popoli, dimostrano che la dottrina del diritto naturale non si può limitare al sentimento giuridico, al senso della giustizia e alla ragione giuridica come elementi fondamentali, perché tutti questi valori sono suscettibili di errore.)

Il fondamento d'essere (Seinsgrund) del diritto naturale è infatti insito nella natura stessa dell'uomo con la dipendenza del suo sviluppo verso il pieno-umano essere dal collegamento sociale e dal regolamento di questo collegamento secondo le pretese della dignità umana. In questa dignità umana, che si fonda sul fatto che l'uomo è dotato di ragione e coscienza, si trova la fondazione ontologica del diritto naturale. La dignità umana è anche il criterio universale del diritto e delle pretese di giustizia nel senso dell'esigenza dell'uomo di realizzare i bisogni fondamentali psichici e fisici. La fondazione metafisica risiede nella volontà del creatore della natura umana e nella legge morale naturale che viene preindicata dal creatore alla ragione. Perciò l'uomo partecipa alla "legge eterna" = alla sapienza di Dio ordinando tutto (cf. S. Tommaso27).

C) Nel seguente capitolo III "I FONDAMENTI DELL'ETICA SOCIALE IN JOHANNES MESSNER E L'APPLICAZIONE DELLA SUA DOTTRINA DI DIRITTO NATURALE" si trattano alcuni esempi molto concreti dell'applicazione del diritto naturale quale etica sociale. Viene chiarito che cosa Messner abbia sempre inteso con i concetti di riforma sociale e di questione sociale. Abbiamo potuto già vedere brevemente l'esempio del corporativismo e l'importanza della comunità familiare per la fondazione del diritto naturale. Come primo esempio d'applicazione fondamentale vengono pertanto scelti coscientemente il matrimonio e la famiglia. Le questioni scelte dell'etica dello stato, dell'etica sociale e dell'etica dell'economia dovrebbero servire a completare il quadro dell'immagine di un diritto naturale applicato e dei rispettivi princípi terziari della giustizia secondo la prospettiva di Messner. Le questioni di un governo autoritario e della costituzione statale ci richiamano molto bene le sue determinazioni teoriche di cui al capitolo V e al capitolo I. Messner non ha dimenticato di continuare a sviluppare l'analisi della questione sociale spaziando dalla questione degli operai nella società industriale ai problemi della pace, della giustizia e della sicurezza, culminando nella nuova questione sociale dei paesi in via di sviluppo in relazione alla mancata creazione di un ordine del bene comune per l'intera umanità.28

D) Nel capitolo IV "JOHANNES MESSNER E L'EVOLUZIONE DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA CATTOLICA" si vede anche chiaramente Messner pronunciarsi sempre contro un riferimento troppo teologico per la fondazione della dottrina sociale cattolica. Non si dovrebbe dimenticare che una teologia sociale per la discussione di problemi sociali può trovare risonanza soltanto in una società ideologicamente pluralista, in quanto c'è la fede da cui nasce, mentre una dottrina sociale principalmente fondata sul diritto naturale, rinnovato nel senso di Messner, normalmente non conosce questo problema. Secondo le ricerche di Messner, dalla rivelazione sovrannaturale non nasce nessuna cosa essenziale per l'interpretazione dell'uomo nella sua esistenza sociale, che non sia già riconoscibile alla conoscenza naturale. L'enciclica Pacem in terris di B. GIOVANNI XXIII avrebbe evidenziato molto bene una funzione fondamentale del diritto naturale: di rendere possibile una comunicazione tra tutti gli uomini nelle questioni fondamentali dell'ordine sociale.

Messner scopre molto presto che per la soluzione della questione sociale l'etica sociale ha bisogno di un intenso confronto con le scienze sociali.29 Così collega originariamente queste scienze trascendendo una mera scienza sociale empirica e trascendendo anche una mera "teologia sociale"; in questo modo egli riconosce espressamente una sua vocazione personale di prete nell'ambito delle scienze sociali. Il noto professore Arthur Fridolin Utz indica Messner (non essendo stato però teologo conciliare) anche come precursore della costituzione conciliare Gaudium et spes (1965)30 con la sua approvazione della giusta autonomia (Eigengesetzlichkeit) del mondo profano.31

E) Nel capitolo V "CRITICHE - RISPOSTE - PROSECUZIONE DELL'OPERA DI MESSNER" ho dato conto di estratti scelti di critica ricevuta, sia in riferimento alla persona di Messner (prima della seconda guerra mondiale), sia in riferimento a singole opere ossia all'opera intera di Messner, sempre in riferimento alla concezione di un diritto naturale come appena illustrato. Ho riferito inoltre delle risposte autentiche fornite dallo stesso Messner, che possiamo definire come critica della critica. Si tratta anche della discussione interessante con quella teologia morale tedesca, che era parzialmente dell'opinione di poter operare senza una fondazione giusnaturalistica tradizionale e la quale sembrava scegliere così nuovi "sistemi sostitutivi". Possiamo concludere pertanto che Messner è rimasto fedele alla sua impostazione sociale-realistica di un rinnovamento e di una comprensione migliore del diritto naturale quale etica sociale sistematica fino alla sua morte. Pertanto non è senza motivo che, in aree linguistiche completamente diverse (per esempio fondazione di una "Società di Johannes Messner" in Giappone!), si ricorre sempre di più all'opera di Messner quale fonte autorevole di informazione rispettivamente per la scienza e per la prassi del diritto naturale nella società, nello stato e anche nella Chiesa, il cui ordinamento riconosce il diritto naturale come una fonte del diritto.32

Nelle sue parole di ringraziamento per il Premio della Fondazione Internazionale Humanum (1980)33 Messner disse: "Nessuna scienza, neanche la dottrina del diritto naturale, deve segnare il passo. Deve cercare di elaborare più verità, anche più comprensibile: la mia attività scientifica mirò a questo. S. Tommaso fu un culmine, ma non il termine ultimo, ecco perché cercai di sviluppare ancora la sua dottrina."34 All'inizio aveva dichiarato che il suo compito di vita era presentare la verità del mondo morale e giuridico in tal modo da poter essere compresa e accettata dall'uomo moderno. (Il ritorno del diritto naturale è importante perché oggi non sembra più chiaro il rapporto dell'uomo alla natura, la sua posizione nella natura e neanche il rapporto dell'uomo alla società, non per ultimo a causa degli sviluppi scientifici e tecnici.) E a causa del dominante positivismo35, empirismo e del pensiero anti-metafisico l'uomo ha difficoltà con la questione della verità. Al riguardo la dottrina del diritto naturale rinnovata nel senso di Johannes Messner è senza dubbio una fonte di orientamento per correggere errori e sviluppi sbagliati.

Scrivere dunque una tesi per fornire un'immagine giusta e completa della persona e dell'opera scientifica e spirituale del prete austriaco ed etico sociale Johannes Messner (1891 - 1984) è un progetto difficile, sentendo per esempio il noto professore Arthur Fridolin Utz: "Senza dubbio, Johannes Messner fu il più grande filosofo sociale cattolico di questo secolo. Le sue opere non solo parlarono ai suoi contemporanei, ma sopravvivono ai secoli grazie alla loro sistematica. È stupefacente quanto questo modesto scienziato abbia prodotto nell'ampio campo dell'economia, della società e dello stato. Ma è ancora più stupefacente, rilevare come questo scienziato personificava la sistematica della sapienza di vita nel suo proprio essere. Chi ebbe la fortuna di conoscerlo, fu commosso dall'umiltà e dalla intima ricchezza di questo grande spirito. Johannes Messner non conosceva niente che la verità che comprende tutto, la natura, la cultura, il cuore umano e prima di tutto la vita con Dio."36

Ringrazio cordialmente il professore Francesco D'Agostino per aver accettato questa tematica proponendomi una ricerca su Johannes Messner. Ringrazio altresì i professori Giuseppe M. Dalla Torre e Rev. P. Reginaldo M. Pizzorni O. P. per aver seguito questo lavoro con grande interesse. Ringrazio anche il successore di Johannes Messner a Vienna, professore Rudolf Weiler, il fondatore principale della Johannes-Messner-Gesellschaft ("Società di Johannes Messner") in Austria, le cui lezioni di etica sociale furono già tanto interessanti da indurmi a ricerche su Johannes Messner.37 Un grazie va anche ai colleghi di studio Ettore Capra C. O. (Cava de' Tirreni) e Roberto Costamagna (La Morra) e ai professori Heinrich Reinhardt (Coira) e Rosario Carlei (Vienna) per avermi aiutato nel miglioramento dell'espressione linguistica in parti scelte del lavoro. Ringrazio specialmente Msgr. Werner Quintens e Msgr. Johan Bonny per la loro generosa ospitalità nell'ambito del Pontifio Collegio Belga nella casa dei Fratelli della Carità a Roma. Ringrazio anche il mio vescovo Msgr. Werner che ebbe l'idea degli studi giuridici a Roma e che aveva previsto sufficientemente tempo e mezzi per completare questa tesi dopo alcuni impegni pastorali. Specialmente ringrazio i miei genitori Günter e Renate e il mio fratello Andreas che hanno sostenuto a modo loro il periodo di permanenza a Roma con gioia e interesse. Grazi a tutti, Professori e presenti, grazie per la Loro attenzione.



1 "Occorre pertanto un rinnovato sforzo conoscitivo per tornare a cogliere alle radici, ed in tutto il suo spessore, il significato antropologico ed etico della legge naturale e del connesso concetto di diritto naturale." Cf. Discorso ai partecipanti alla VIII Assemblea Generale della Pontifica Accademia per la Vita (Natura e dignità umana a fondamento del diritto alla vita. Le sfide del contesto contemporaneo), 27 febbraio 2002, in internet: http://www.academiavita.org/italiano/assemblea%20generale/2002/GPII-ita.htm - cf. le parole di Sua Eminenza cardiale Van Thuan nel maggio 2002.

2 Cf. J. MESSNER, Sozialökonomik und Sozialethik. Studie zur Grundlegung einer systematischen Wirtschaftsethik, Paderborn 1927 (= GÖRRES-GESELLSCHAFT zur Pflege der Wissenschaft im katholischen Deutschland. Veröffentlichungen der Sektion für Sozial- und Wirtschaftswissenschaft, fasc. 1; ²1929; 3/2002).

3 Cf. IDEM, Die soziale Frage der Gegenwart. Eine Einführung von Dr. Johannes Meßner/Privatdozent an der Universität Wien, Innsbruck - Wien - München 1934 (7/1964, in preparazione l'ottava edizione 2002/2003; abbreviazione scelta dall'autore = SF).

4 Cf. IDEM, Der Staatswille des katholischen Oesterreich. Im Auftrage von Bundeskanzler Dr. Dollfuß, dargelegt von Dr. Johannes Meßner, in: DER KATHOLISCHE STAATSGEDANKE. Bericht über die katholisch-soziale Tagung der Zentralstelle des Volksbundes der Katholiken Österreichs am 29. und 30. April 1934 in Wien, Wien 1934, 100 - 105.

5 Cf. IDEM, Dollfuß, Innsbruck - Wien - München 1935, cf. anche in inglese: IDEM, Dollfuss. An Austrian Patriot, London 1935.

6 Cf. IDEM, Die berufständische Ordnung, Innsbruck - Wien - München 1936 (²1937, abbreviazione scelta dall'autore = BO 1936).

7 Ibid., 91: "Berufständische Ordnung schließt kein Wirtschaftssystem ein, ... weil sie verschiedenen Wirtschaftsweisen die rechte Ordnung geben kann."

8 Cf. IDEM, Social Ethics - Natural Law, St. Louis (USA) - London 1949 (²1965); cf. IDEM, Das Naturrecht. Handbuch der Gesellschaftsethik, Staatsethik und Wirtschaftsethik, Innsbruck - Wien 1950 (8/2001 - abbreviazione scelta dall'autore = NR); cf. IDEM, Ètica social, política y económica a la luz del Derecho Natural, tradução de Alípio Mia de Castro, Madrid - Mexico - Buenos Aires 1967.

9 Cf. per esempio J. MESSNER, Laudatio für Karl Popper anläßlich dessen Aufnahme in die Kurie für Wissenschaft und Kunst der Republik Österreich (Ehrenzeichen für Wissenschaft und Kunst), in: Karl-Popper-Nachlaß, Klagenfurt 1980, concernente il razionalismo critico di Karl Popper, vedi alcuni estratti in internet: http://www.helmut-zenz.de/hzmessne.html

10 Cf. MESSNER (NR 1966/84) 372, annot. 18.

11 Cf. S. Th. 1. II. q. 94. a. 2.

12 Cf. MESSNER (NR 1966/84) 42: 1. L'autoconservazione incluse l'integrità corporale (körperliche Unversehrtheit) e la stima sociale (l'onore personale); 2. l'autoperfezione dell'uomo in senso fisico e spirituale (sviluppo della personalità) incluse la formazione delle sue capacità per migliorare le sue condizioni di vita e anche la cura per il suo benessere economico attraverso l'assicurazione della proprietà o del reddito necessario; 3. l'allargamento dell'esperienza, della conoscenza e della capacità d'assumere i valori del bello; 4. la riproduzione attraverso l'accoppiamento e l'educazione dei bambini; 5. la partecipazione benevola (wohlwollende Anteilnahme) al benessere spirituale e materiale dei simili quali esseri umani di ugual valore; 6. il collegamento sociale (gesellschaftliche Verbindung) per sostenere il bene comune, che consiste nell'assicurazione di pace e ordine nonché nella possibilità (Ermöglichung) dell'essere pieno-umano per tutti i membri della società con la proporzionale partecipazione alla pienezza disponibile dei beni; 7. la conoscenza e la venerazione di Dio nonché l'adempimento finale della vocazione dell'uomo attraverso l'unione con lui.

Ad eccezione dell'ultimo fine esistenziale ricordato, secondo Messner, tutti gli altri trovano certamente consenso generale. Questo fatto già prova che la coscienza morale pienamente sviluppata del singolo uomo si vede rimandata ai fini esistenziali i quali trova preindicati nella natura umana. È una prova importante che il principio del morale corrisponde alla realtà. Un'ulteriore prova è che la correttezza o la perversione nel funzionamento di sistemi sociali o di istituzioni sociali normalmente venga giudicata secondo l'insieme di questi fini esistenziali. - A differenza di questioni singole del comportamento morale, nelle questioni fondamentali nessuna ricerca biologica o psicologica di scienze naturali può aiutare l'etica, perché in tali questioni si tratta della natura umana come costituzione di impulsi (Triebkonstitution) e del rapporto tra impulso e il fine dell'impulso come struttura di impulsi.

13 Cf. R. WEILER, Das Naturrecht im Vergleich der Richtungen der Ethik von heute gemäß Johannes Messners "Universalismus der traditionellen Ethik", in: H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Naturrecht in Anwendung: "Johannes-Messner-Vorlesungen" 1996 - 2001, Graz 2001, 79 - 93; cf. anche A. KLOSE/A. RAUSCHER/W. SCHMITZ/R. WEILER, Werk und Würdigung von Johannes Messner, in: H. SCHAMBECK/R. WEILER (2001) 148.

14 Cf. MESSNER (NR 5/1966) 62; cf. R. WEILER, Logos und Ethos, in: A. KLOSE/H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Das Neue Naturrecht, Berlin 1985, 16; cf. IDEM, Das natürliche Sittengesetz in der Naturrechtslehre Johannes Messners, in: H. SCHAMBECK/R. WEILER(2001) 12 - 26; cf. riguardo al tendere verso i valori e all'appetitus naturae: K. HÖRMANN, art. "Natürliches sittliches Gesetz", in: IDEM (edit.), Lexikon der christlichen Moral, Innsbruck - Wien - München 1976, 1125-1150, oppure in internet: http://www.stjosef.at/morallexikon/natuerli.htm : "In der Gegenwart hat J. Messner die Erkenntnis ausgebaut, der Seinsgrund der Sittlichkeit bestehe in der Vernunftnatur des Menschen mit den Zwecken, die in ihren Trieben seiner Selbstbestimmung vorgezeichnet sind; das natürliche Sittengesetz sei Gesetz nicht nur im Sinn einer dem Menschen auferlegten Regel, sondern auch im Sinn einer dem Menschen eigenen, durch seine Natur bedingten und geordneten Wirkweise (in gewisser Ähnlichkeit mit dem Gesetzbegriff der Naturwissenschaften); das sittlich Richtige sei das Naturrichtige, das heißt das von der vollen Wirklichkeit der Natur des Menschen Geforderte (Kulturethik 1954, 35 f. 75 f. 153 f.) Die so verstandene Gesetzlichkeit trifft sich mit dem philosophischen Begriff des Naturstrebens (appetitus naturae), des Hingespanntseins eines Wesens auf die Vollverwirklichung seiner Seins- und Wirkmöglichkeiten."

15 MESSNER (NR 1966/84) 85: "Das sittliche Naturgesetz ist das Gesetz seiner in ihrem Glückstrieb als Grundtrieb zu ihrer wesenhaften Selbsterfüllung drängenden Natur."

16 Cf. IDEM (NR 3/1958), 30, 38, 42 s., 91, 146, 219, 271, 302; cf. IDEM, Kulturethik, Innsbruck - Wien - München ²1954 (3/2001), 581.

17 Cf. IDEM, Naturrecht ist Existenzordnung, in: Archiv für Rechts- und Sozialphilosophie [Berlin], vol. XLIII, 2 (1957) 187 - 210.

18 Cf. IDEM (NR 3/1958) 54, 274, 290, 302 ss., 317, 331.

19 Cf. ibid., 271, 298, 318 ss., 327, 350 s.

20 Primario viene chiamato quello diritto naturale che direttamente è fondato nella natura morale dell'uomo e che gli viene rivelato attraverso la sua cognizione razionale. Possiamo chiamarlo anche diritto naturale originario oppure primordiale, anche elementare (perché comprende solo le più generali conoscenze, che sono però fondamentali per ogni ulteriore cognizione giuridica) oppure assoluto (perché immediatamente fondato nella responsabilità morale dell'uomo, cioè immutabile e assolutamente obbligatorio).

La validità di questo diritto naturale ha la sua causa nella natura immutabile dell'uomo visto come persona e nell'ordine fondamentale sociale condizionato da questa stessa natura personale. Queste proposizioni giuridiche sono soltanto di carattere generale. Il principio più generale è il noto suum cuique: rispetta il diritto di di ciascuno, evita l'ingiustizia. Sotto le richieste del suum, sotto i diritti definiti da rispettare e dunque sotto i princípi giuridici dati con ciòentrano: la vita e l'integrità fisica dei prossimi (l'uccisione o la lesione arbitraria è ingiustizia), l'onore e la reputazione degli altri membri della società, la non-violazione della comunità matrimoniale di altri, diritto all'educazione dei genitori riguardo ai bambini, la veridicità (la menzogna è cattiva in sé), la non-violazione della proprietà acquistata legittimamente (non rubare), onestà nel pagamento (Redlichkeit in der Abgeltung) di prestazioni accordate, tenere la parola data e contratti stipulati, l'ubbidienza di fronte all'autorità della comunità (Gemeinschaftsobrigkeit), la punizione del torto fatto e l'adeguatezza della pena alla colpa, la libertà di coscienza e della convinzione religiosa.

La validità assolutamente obbligatoria del diritto naturale primario si fonda sulla responsabilità morale per l'adempimento di obblighi. L'obbligatorietà è il vincolo assoluto a un dovere (unbedingte Gebundenheit) da parte dell'essere, libera nella sua volontà. La volontà, che causa il dovere, può essere volontà umana o divina. Per Messner sembra incontestato che la volontà divina può mettere diritto naturale generalmente valido e assolutamente obbligatorio come "norma fondamentale" di tutto il diritto. Nella situazione pluralistica d'oggi la volontà umana è efficace nel modo che al valore della persona umana viene conferita una validità e obbligatorietà assoluta, e così anche ai comportamenti richiesti attraverso il valore della persona per l'ordine sociale di esistenza dell'uomo. Siccome questa volontà giuridica corrispondente alla coscienza giuridica d'oggi diventa determinante come "norma fondamentale" per tutto il diritto, "c'è diritto naturale assoluto elementare anche senza la condizione della fede in Dio." Il fatto, che si tratta di princípi di validità assoluta e generale, è in connesso diretto con la dignità della persona umana. Questa dignità è essenzialmente legata a sfere morali di responsabilità che causano appena proprie competenze assolute come le troviamo nei princípi giuridici primari.

21 Diritto naturale applicato vengono chiamati le pretese della giustizia, che risultano dai princípi generali in collegamento con la conoscenza della natura della cosa, che si dovrebbe comprendere sotto le circostanze corrispondenti. Le circostanze sempre nuove possono causare pretese giuridiche differenti nonostante la validità assoluta e immutabile dei princípi generali. Condizionato dalle circostanze possiamo chiamare questo diritto naturale anche "relativo" a differenza del diritto naturale "assoluto". Il modo d'applicazione di proposizioni giuridiche generali può avere solotanto la forma logica di un giudizio. Abbiamo qui giudizi di conclusione basandosi su una conclusione, di cui la proposizione superiore è un principio giuridico del diritto naturale generale, la proposizione subordinata si presenta come giudizio sul carattere di un certo stato oggettivo di situazioni (Sachverhalt), mentre la proposizione finale come giudizio concludente esprime chiaramente il contenuto così definito di pretese giuridiche e obblighi giuridici. Appunto questo diritto naturale viene chiamato "secondario" a differenza del immediatamente riconoscibile "primario". L'essenza logica di una sentenza giuridica è la stessa.

22 APRIORI GIURIDICO: Primo, per l'uomo con ragione pienamente sviluppata è direttamente riconoscibile che il ledere diritti di altri è moralmente sbagliato. Secondo, per ognuno possedendo diritti è direttamente riconoscibile che può pretendere un comportamento di altri il quale non dipende soltanto dalla loro volontà buona. L'apriori giuridico non lascia nessun dubbio che in questo senso diritti significano autorizzazioni. "I supremi princípi giuridici sono pertanto questa parte della legge naturale che si riferisce all'ordine sociale." Questa parte della legge naturale chiamiamo ius naturale (= diritto naturale = Naturrecht = droit naturel) a differenza della lex naturalis (= legge naturale = Naturgesetz = loi naturelle). Nella lingua inglese abbiamo il problema che natural law può significare entrambe le cose. Il diritto forma così il minimo di moralità che è necessario per la conservazione (Bestand) della società.

  1. suum cuique tribuere;

  2. non fare ad altri ciò che tu non vuoi che ti venga fatto;

  3. si obbedisce all'autorità legittima;

  4. i malfattori sociali vanno puniti;

  5. pacta sunt servanda.

  6. Questi princípi fondano gli stessi diritti fondamentali della persona umana,

  7. il potere di comandare dell'autorità legislativa,

  8. il diritto al conseguimento dell'ordine giuridico con la forza,

  9. la validità di diritti contrattuali come presupposto della cooperazione sociale nell'economia nazionale e nella comunità internazionale (diritto internazionale).

23 Attenzione: i principi giuridici primari sono quella parte dei principi morali giuridici, che si riferiscono sul sociale! Ecco, un summario dei princípi morali elementari / primari / di primo rango - primäre Moral- und Rechtsprinzipien (9 , p. 54):

  1. il più alto dice: il bene va fatto, il male va evitato (oppure nel senso di S. Tommaso: rectitudinem servare, oppure nel senso di Suarez: honestum est faciendum).

  2. Appena l'esperienza e lo sviluppo della ragione rendono possibili al singolo uomo la comprensione del senso di concetto e giudizio (Begriffs- und Urteilssinn), anche i seguenti princípi concernenti i rapporti con sé stesso, con gli altri e con Dio sono ugualmente riconoscibili: "conserva moderazione" (halte Maß);

  3. "dai a ognuno il suo" (gib jedem das Seine);

  4. "non fare ad altri ciò che tu non vuoi che ti venga fatto" (tue anderen nicht, was du nicht willst, daß sie dir tun);

  5. "conserva il comportamento che rende possibile la convivenza sociale" (bewahre das das gesellschaftliche Zusammenleben ermöglichende Verhalten);

  6. "i genitori sono da rispettare" (die Eltern sind zu achten);

  7. "si obbedisce all'autorità legittima" (der rechtmäßigen Obrigkeit ist zu gehorchen);

  8. "pacta sunt servanda" (Verträge sind zu halten);

  9. "a Dio è da rendere l'onore dovuto" (Gott ist die gebührende Ehre zu erweisen).

24 Attenzione: i principi giuridici primari sono quella parte dei principi morali giuridici, che si riferiscono sul sociale (cf. i 10 comandamenti), cf. i princípi secondari / di rango secondario, che si riferiscono sul morale in generale: ancora ugualmente riconoscibili sono i princípi (secondari, di rango secondario), che presuppongono una riflessione un poco più sviluppata rispetto alla natura dell'uomo e all'ordine della vita comunitaria, una riflessione, che si presenta già forte alla ragione più sviluppata dell'uomo giovane con l'allargamento della sua esperienza. Qui si tratta delle verità morali relative alla comprensione che 10. furto, 11. bugia, 12. adulterio, 13. lussuria (Unzucht) sono cattivi in sé. Questo ambito dei princípi secondari secondo S. Tommaso e Suarez forma il contenuto del decalogo, tranne il terzo comandamento il quale è legge divina positiva.

25 Per contro, i princípi applicati (terziari, di rango terziario) non sono immediatamente conoscibili per la maggioranza degli uomini, ma si fondano piuttosto sull'applicazione dei princípi immediatamente riconoscibili deducendoli per le rispettive circostanze sempre particolari al fine della conoscenza dei comportamenti moralmente pretesi. In che cosa consiste una giusta retribuzione sarà riconoscibile senza problemi in condizioni più semplici. Però, nel caso di una sviluppata divisione del lavoro non è nemmeno possibile misurare la retribuzione che un imprenditore deve alle diverse categorie di lavoratori e impiegati, se non c'è la conoscenza più precisa del processo della divisione socio-economica del lavoro. Accanto alla conoscenza dei princípi c'è indispensabilmente bisogno di una vasta conoscenza oggettiva (ausgedehnte Sacheinsicht) della materia considerata.

26 Ibid., 304: "Das Naturrecht ist die Ordnung der in der menschlichen Natur mit ihren Eigenverantwortlichkeiten begründeten einzelmenschlichen und gesellschaftlichen Eigenzuständigkeiten."

27 Secondo S. Tommaso la legge naturale è la participatio della creatura dotata di ragione alla legge eterna. S. Th., I-II, q. 91, a. 1.: "Lex naturalis nhil aliud est quam participatio legis aeternae in rationali creatura".

28 Cf. IDEM, Entwicklungshilfe und Neue Weltwirtschaftsordnung, Köln 1978 (= Katholische Soziallehre in Text und Kommentar, n. 10).

29 Cf. IDEM, Die Entscheidungssituation des Sozialwissenschaftlers, in: A. KLOSE/R. WEILER (edit.), Menschen im Entscheidungsprozeß, Wien - Freiburg - Basel 1971, 161 - 170; cf. R. WEILER, Zur Wahrheitsfrage in den Sozialwissenschaften und in der Sozialethik, in: H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Naturrecht in Anwendung: "Johannes-Messner-Vorlesungen" 1996 - 2001, Graz 2001, 40 - 54.

30 Cf. già J. MESSNER, Der Weg des Katholizismus im XX. Jahrhundert, Innsbruck - Wien - München 1929 (= "Neues Reich"-Bücherei n. 6), 30 - 36, oppure in internet:

http://www.univie.ac.at/messner-gesellschaft/Weg_des_Katholizismus.pdf - cf. al riguardo anche IDEM, Du und der andere. Vom Sinn der menschlichen Gesellschaft, Köln 1969 (= Kommentarreihe zur Pastoralkonstitution des II. Vatikanums, vol. 3). Cf. la costituzione pastorale stesso sulla Chiesa nel mondo contemporaneo in internet:

http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it.html

31 Cf. in: Die Ostschweiz. Tageszeitung mit Regionalausgaben für Fürstenland/Toggenburg, Rorschach, Rheintal/Werdenberg, a. 108, n. 38 (16 febbraio 1981) 2.

32 Sappiamo bene che vi sono comprese non solo proposizioni di diritto naturale nell'ordinamento canonico, ma 1. si devono al diritto naturale la lievitazione e l'esplicazione della ratio legis di tanti istituti dell'ordinamento giuridico della Chiesa; 2. il diritto naturale serve perciò anche nel senso della aequitas naturalis e canonica per evitare ingiusti rigori a causa di un conflitto di doveri, 3. il diritto naturale serve quale diritto irrefutabile e dunque come correttivo, è un prezioso criterio di integrazione ed applicazione della norma positiva; cf. F. della ROCCA, Diritto naturale e diritto canonico, in: Miscellanea Taparelli, Roma 1964 (= Pontificia Universitas Gregoriana. Series Facultatis Philosophicae. Analecta Gregoriana, vol. 133), 103 - 114; cf. A. DORDETT, Das Naturrecht im Codex juris canonici, in: HÖFFNER J./VERDROSS A./VITO F. (edit.), Naturordnung in Gesellschaft - Staat - Wirtschaft. Msgr. Univ.-Prof. DDr. DDr. h. c. Johannes Messner zur Vollendung seines 70. Lebensjahres von seinen Freunden dargeboten, Innsbruck - Wien - München 1961, 423 - 436; cf. J. HERVADA, Il diritto naturale nell'ordinamento canonico, in: UNIONE GIURISTI CATTOLICI ITALIANI (edit.), Diritto naturale. Verso nuove prospettive (Relazioni del Convegno celebrato del quarantesimo dell'Unione Roma, 9 - 11 dicembre 1988), Roma 1990 (= Quaderni di Iustitia, n. 39), 89 - 106. Cf. al riguardo anche un piccolo lavoro di A. PYTLIK, Darstellung einer thomistisch inspirierten Theorie des "primären" und "sekundären" Naturrechts als gleichzeitige Untersuchung ihrer Anhaltspunkte beim hl. Thomas selbst. Triplex est gradus praeceptorum moralium. (Vgl. Sum. Theol. I-II, q. 100, a. 11), in: W. WALDSTEIN, Seminario "Ius naturale", Rom 1998, soltanto in internet: http://www.pytlik.at/natur.htm - qui particolarmente il capitolo III./2. "Diskussion einer eigentlichen Dispens vom (ehelichen) Naturrecht durch Gott bzw. einen Stellvertreter Gottes (unter besonderer Berücksichtigung der aktuellen kirchlichen Dispenspraxis)" come discussione sul diritto naturale primario e secondario in riferimento a una possibilità di una dispensa propria dal diritto naturale matrimoniale da parte di Dio oppure di un suo rappresentante.

33 Cf. INTERNATIONALE STIFTUNG HUMANUM, Augustinus-Bea-Preis 1980. Der Sozialethiker und Rechtsphilosoph Johannes Messner. Leben und Werk, Bonn 1980. La sede della fondazione è a Berna (Svizzera), e dal 1983 al 1997 fu presidente A. F. Utz.

34 Cf. A. KLOSE/A. RAUSCHER/W. SCHMITZ/R. WEILER, Werk und Würdigung von Johannes Messner, in: H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Naturrecht in Anwendung: "Johannes-Messner-Vorlesungen" 1996 - 2001, Graz 2001, 146: "Keine Wissenschaft, auch nicht die Naturrechtslehre, darf auf der Stelle treten. Sie muss trachten, mehr und einsichtigere Wahrheit zu erarbeiten. Darauf zielte ich in meiner wissenschaftlichen Arbeit ab, Thomas von Aquin war ein Höhepunkt, kein Ende, daher trachtete ich, seine Lehre weiter zu entwickeln."

35 Cf. l'opinione di W. WALDSTEIN, Teoria generale del diritto. Dall'antichità ad oggi, Roma 2001, 226 s.: "Egli ha fornito con i suoi lavori indubbiamente un contributo di essenziale importanza per lo svilupoo delle conoscenze sul diritto naturale acquisite già dall'antichità. Egli ha potuto fortificare queste conoscenze anche nei confronti della critica fatta dal positivismo e ha con ciò dato un contributo decisivo per il superamento del positivismo stesso. Di ciò è testimone uno scritto in memoria di Johannes Messner edito nel 1985 da Alfred Klose, Herbert Schambeck e Rudolf Weiler con il titolo ... Il nuovo diritto naturale. Il rinnovamento della dottrina giusnaturalista da parte di Johannes Messner", cf. A. KLOSE/H. SCHAMBECK/R. WEILER (edit.), Das Neue Naturrecht. Die Erneuerung der Naturrechtslehre durch Johannes Messner. Gedächtnisschrift für Johannes Messner (+ 12. Februar 1984), Berlin 1985.

36 A. F. UTZ, in: Schweizerisches Katholisches Sonntagsblatt. Katholische Wochenzeitung für die Schweiz [Goldach], a. 109, n. 7 (20 febbraio 1994) 18: "Johannes Messner war ohne Zweifel der grösste katholische Sozialphilosoph dieses Jahrhunderts. Seine Werke sprachen nicht nur zu seinen Zeitgenossen, sondern überdauern durch ihre Systematik Jahrhunderte. Es ist staunenswert, was dieser bescheidene Gelehrte auf dem umfangreichen Gebiet von Wirtschaft, Gesellschaft und Staat geleistet hat. Aber es ist noch staunenswerter, dass dieser Gelehrte in seinem eigenen Leben die Systematik der Lebensweisheit verkörperte. Wer das Glück hatte, ihn kennenzulernen, war ergriffen von der Demut und dem inneren Reichtum dieses grossen Geistes. Johannes Messner kannte nichts als die Wahrheit, die alles umfasst, die Natur, die Kultur, das menschliche Herz und vor allem das Leben mit Gott." Cf. anche G. AMBROSETTI, Johannes Messner: Vitam impendere vero, in: Doctor Communis 29 (1976) 347: "Un momento solenne, ricco di esperienza interiore, che può essere largo anche di benefiche conferme e suscitatore di nuovi stimoli e di compreso entusiasmo, è, nella vita severa dello studioso, quello in cui si conosce personalmente un autore le cui pagine si sono a lungo meditate. È come un'apertura serena, un premio consolatore. Specie se vi è congenialità, tutto un mondo di idee viene rievocato e ricalcato e dopo l'incontro si è portati a riflettere sulle dimensioni semplici e quasi del tutto interiori delle comunicazioni umane più essenziali. Un tale stato d'animo - ricordo - si formò in me quando a Vienna potetti visitare un Maestro, Johannes Messner, la cui opera offre testimonianza famosa, ormai nota sia nell'Europa continentale che in Inghilterra e nelle due Americhe, di accoglimento attivo non solo, ma di approfondimento e di arricchimento della tradizione scolastica ... nel campo della filosofia giuridica e sociale."

37 Cf. già i primi tre volumi usciti dentro A. RAUSCHER/R. WEILER (edit.), Johannes Messner, Ausgewählte Werke, come vol. 1: Johannes Messner. Kulturethik mit Grundlegung durch Prinzipienethik und Persönlichkeitsethik. Nachdruck der Ausgabe von 1954. Eingeleitet von Alfred Klose und Rudolf Weiler, München - Wien 2001; come vol. 2: Johannes Messner. Frühschriften. W. Hohoffs Marxismus. Studien zur Erkenntnislehre der nationalökonomischen Theorie. Sozialökonomie und Sozialethik. Studie zur Grundlegung einer systematischen Wirtschaftsethik. Eingeleitet von Anton Rascher SJ, München - Wien 2002 = la prima pubblicazione della tesi su W. Hohoff e la sua teoria, cf. J. MESSNER, W. Hohoffs Marxismus - Studien zur Erkenntnislehre der nationalökonomischen Theorie (Doktorarbeit), München 1925; come vol. 3: Johannes Messner. Spirituelle Schriften. Das Wagnis des Christen (In der Kelter Gottes). Das Unbefleckte Herz - Litanei und Betrachtungen nach Kardinal J. H. Newman und M. J. Scheeben. Eingeleitet von Senta Reichenpfader, München - Wien 2002.


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